Antonio Conte l'ha definito le fondamenta solide del gruppo azzurro. Il trio Bbc (Barzagli-Bonucci-Chiellini) della Juve e della Nazionale non ha nulla da invidiare all'omonimo dei campioni d'Europa del Real. Solo che Bale, Benzema e Cristiano Ronaldo i gol sono chiamati a farli, i bianconeri ad evitarli. Sta nascendo la prima Italia dell'Europeo con il ct intento a risolvere gli ultimi dubbi: Darmian in vantaggio su El Shaarawy sulla fascia sinistra, De Rossi su Thiago Motta per il ruolo di regista, Eder su Zaza e Immobile per quello di partner d'attacco di Pellè. Le uniche maglie mai in dubbio sono state quelle del blocco difensivo: Barzagli-Bonucci-Chiellini è ormai una filastrocca recitata a memoria. In bianconero e in azzurro.
Le sedute video stanno diventando importanti per il gruppo sin dai giorni di Coverciano. Si studiano movimenti, situazioni di gioco e contromosse da attuare contro gli avversari. Sono momenti sacrali in cui il ct definisce cosa provare sul campo di allenamento blindatissimo. Gli unici meccanismi che risultano automatici sono quelli della difesa, segnale di un'intesa fortissima fra i tre scudieri juventini che giocano insieme da sei anni e che si frequentano con le mogli anche fuori dal campo. Non è un caso se la squadra bianconera, nei cinque anni di dominio incontrastato in serie A, ha subito solo 15 sconfitte. Basta un'occhiata, a volte anche solo un cenno per intendersi e capire quello che stanno pensando gli altri due. Conte ci ha fatto le sue fortune con la Juve (persino il record storico di 102 punti) e ha voluto andare sul sicuro anche in Nazionale. Chiellini porta forza fisica, aggressività e capacità nel difendere nell'uno contro uno oltre che abilità di fare blocchi negli schemi su calcio piazzato (studiati per altro con attenzione dal ct belga Wilmots); Barzagli grazie alla sua esperienza, alla sua fisicità abbinata alla velocità e alla sua capacità di lettura delle situazioni chiude gli spazi; Bonucci ha negli anticipi, negli interventi miracolosi, nei lanci illuminanti alla Pirlo (è incaricato di costruire il gioco) e, soprattutto, nella personalità gli elementi caratterizzanti.
La trasposizione della difesa juventina in azzurro ha avuto però una gestazione travagliata: Barzagli all'inizio della stagione 2014-15 fu fermato da una frattura da stress all'osso operato del calcagno destro. Uno stop lungo nel quale il campione del mondo del 2006 aveva meditato anche un possibile ritiro - che arriverà, almeno in Nazionale, subito dopo la fine dell'avventura europea -. Poi, il faticoso recupero e la convocazione per la partita con la Bulgaria di fine marzo 2015. Da allora la difesa juventina si riformerà anche in azzurro in cinque occasioni, una con la linea a quattro allargata a Darmian nel test di novembre con la Romania. Fino alla doppia apparizione nelle sfide pre-Europei con Scozia e Finlandia, nelle quali l'Italia non subisce un gol e concede agli avversari un tiro in porta in 180'.
«Giorgio e Andrea sono due grandi campioni, sanno essere molto aggressivi quando giochiamo con la difesa a tre, mentre il mio ruolo è quello di coprire loro le spalle quando pressano forte sugli attaccanti avversari - così Bonucci -. Sono due bulldog, tra i più forti difensori al mondo. Ma il nostro lavoro è reso più facile dal fatto che i nostri attaccanti ci aiutano nella fase difensiva». «Il nostro obiettivo è dare una sensazione di sicurezza alla squadra, vogliamo far giocare i nostri compagni con la consapevolezza di avere un muro alle loro spalle - così il Chiello -.
E abbiamo un doppio compito: giocare bene e allo stesso tempo aiutare i ragazzi meno esperti. Noi diamo l'esperienza, loro ci ricambiano con entusiasmo e sfrontatezza. Noi i migliori difensori? Lo sono quelli che vincono».
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