Che spasso, nel calcio, le prime giornate. Dalla Spal al Watford, dal West Ham a Cristiano Ronaldo, chi doveva travolgere tutti fatica e chi doveva subire si permette invece di correre solitario, o quasi. E il divertimento è proprio quello, in questa fase, di cercare di capire chi sia là in alto per meriti propri e chi sia destinato a rientrare nei ranghi, una volta che le avversarie avranno preso le misure, una volta che calerà una forma fisica brillante, una volta che cominceranno i primi acciacchi da contrasto e usura.
La sosta della Serie A arriva ad esempio con due giocatori in testa alla classifica dei cannonieri, Marco Benassi e Krzysztof Piatek. Ma attenzione: per motivi diversi, sia Benassi sia Piatek (pronuncia Piontek, casomai qualcuno fosse rimasto indietro) hanno le possibilità di proseguire la corsa, che continua in questi giorni anche in nazionale. Venerdì a Bologna si gioca Italia-Polonia ed ecco l'incrocio possibile anche in campo. Per entrambi sarebbe un debutto, atteso con modalità differenti: Benassi infatti aveva partecipato a stage di Cesare Prandelli e Antonio Conte senza mai entrare tra i convocati di una sola partita, mentre Piatek è appena entrato nel giro, in tempo per restare deluso dalla mancata chiamata ai Mondiali ma ora deciso, e meritevole, di ingresso. 24 anni sabato prossimo Benassi, 23 Piatek, e due modi diversi di segnare, ovviamente frutto di impostazioni e ruoli distanti tra loro.
Il modenese, ex Inter e Torino (13 milioni per il suo passaggio in viola 14 mesi fa), aveva dichiarato agli inizi la preferenza per la posizione davanti alla difesa, ma dopo un'annata imperfetta anche per scelte tattiche si trova ora nella sua collocazione più costruttiva come esterno destro del centrocampo a tre scelto da Stefano Pioli: con Edimilson Fernandes centrale ad attirare pressione, Benassi può allargarsi o stringersi, pressare e rientrare. E soprattutto dosare la grande bellezza degli inserimenti, piatto forte: domenica, trovato magnificamente da Federico Chiesa, è scivolato alle spalle degli avversari, rientrati in maniera disordinata dopo un corner, per battere di destro con freddezza ed equilibrio, mentre sette giorni prima aveva segnato in maniera quasi identica contro il Chievo, insinuandosi dietro a tutti e concludendo, però, di sinistro, dopo l'apertura di testa. Tre modi diversi e non è finita qui, vista la forma sua e della squadra, a punteggio pieno dopo due partite.
Piatek vive più avanti, è con Christian Kouamé la punta di riferimento del 3-4-1-2 di Davide Ballardini e pure lui si è esibito in reti con entrambi i piedi, nella vittoria sull'Empoli e nella sconfitta col Sassuolo, dove pure non avrebbe dovuto sorprendere nessuno visto non tanto il precampionato, che conta pochino, ma le quattro reti in Coppa Italia contro il Lecce.
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