Sulle note di «Vai mo'», l'ultimo atto della stagione cadetta lo scrive il Benevento. Vai adesso cantava il grande Pino Daniele, e i giallorossi per la prima volta nella loro storia conquistano un posto tra le big. È serie A, un cammino incredibile: due promozioni consecutive, un gruppo assemblato in serie C e plasmato in panchina dalla sapiente abilità di Marco Baroni, al primo, vero, capolavoro in panchina. Un seguace del «sarrismo», uno che predica il bel gioco e che si ispira al maestro che allena ad appena 60 chilometri di distanza. Ne aveva firmato un altro da calciatore: suo il gol che nell'aprile del '90 consegnò al Napoli il secondo scudetto. Era lo squadrone di Maradona e Baroni ne comandava la difesa.
Oggi pilota un gruppo che ha stravolto le previsioni: «Vigorito» stracolmo per l'appuntamento con la storia, poco meno di ventimila appassionati, genuini nel loro modo quasi tenero di fare il tifo, incessanti nell'appoggiare un gruppo che in autunno sembrava una sorpresa, in inverno è diventato una conferma e in primavera è esploso. Bastava il pareggio per salire in paradiso, è arrivata la vittoria per regalare un'emozione pazzesca.
La partita ha vissuto fasi alterne: meglio il Carpi nella fase iniziale. L'esperienza degli uomini di Castori contro la tensione e la pressione dei campani, il riscatto contro il sogno: Mbakogu ha provato un paio di volte a spaventare Cragno, accelerazioni pericolose mal accompagnate però dalle conclusioni decisive. Quando il Benevento s'è scrollato di dosso l'ansia, allora è iniziata un'altra gara, dominata dal ritmo dei padroni di casa e dall'imprevedibilità dei propri attaccanti: tutti a marcare il bomber Ceravolo, ecco invece dopo la mezzora sbucare Puscas, nostro under 21, nato in Romania e svezzato nell'Inter che ancora ne detiene il cartellino. Una frustata, un lampo sotto rete che ha cambiato la storia del match e del campionato.
I sanniti avrebbero potuto chiuderla a inizio ripresa, sulla giocata più bella della serata però il sinistro di Viola ha soltanto fatto tremare il palo.
Contenimento e ripartenze per il Benevento, il Carpi ha provato prima con i tre attaccanti, poi con le quattro punte: niente da fare, mai una conclusione pericolosa dalle parti di Cragno. Sarebbe stato impossibile infrangere il sogno.
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