Bettiol, un volo fantastico. L'ultimo muro del Fiandre trampolino per il trionfo

Il toscano centra una classica del Belgio 12 anni dopo Ballan: "I 14 km più lunghi della mia vita"

Bettiol, un volo fantastico. L'ultimo muro del Fiandre trampolino per il trionfo

Ha la passione per il volo e se non fosse diventato corridore professionista, forse, sarebbe entrato a far parte dell'Accademia Aerospaziale di Firenze. Alberto Bettiol spicca il volo e vince il Giro delle Fiandre da sconosciuto, da autentico carneade del pedale, ma attenzione, Alberto non è propriamente un signor nessuno.

Ha solo 25 anni e un pedigree da corridore completo tra i più promettenti delle nuova generazione. È passato professionista giovanissimo, cinque anni fa, proprio perché considerato un talento. Per lui, quella di ieri, era la quarta partecipazione al Fiandre e dopo aver preso le misure, ieri ha fatto anche vedere come si prende il largo.

Davide Cassani ci ha sempre creduto, tanto da convocarlo in azzurro due anni fa ai mondiali di Bergen. È quel che si dice un predestinato. «Alberto ha vinto da campione, partendo niente meno che sul terzo e ultimo passaggio del Vecchio Kwaremont commenta il ct romagnolo -. Ha fatto qualcosa di eccezionale: un numero di gran classe, a conferma del talento che ha».

E sul ragazzo toscano Cassani aggiunge: «Io ho sempre creduto in Alberto: ha classe e motore, ma forse ha sempre difettato un po' in convinzione. Poi un anno fa è stato anche parecchio rallentato da tanti infortuni, ma quando sta bene è lì da vedere. È un passita eccezionale, un cronoman eccellente (da junior a Offida si è laureato campione europeo, ndr) e anche allo sprint se ristretti - non è assolutamente fermo. Può far bene anche all'Amstel e alla Liegi».

Alberto Bettiol spicca il volo e si porta a casa il Giro delle Fiandre numero 103, la seconda delle cinque classiche monumento del ciclismo: 267 km da Anversa a Oudenaarde. Una impresa straordinaria quella del 25enne toscano della Education First, che decolla sul Vecchio Kwaremont quando al traguardo mancano 18 km. Un volo dolce e sicuro, che lo conduce a toccare il cielo con un dito. Una vittoria che vale una carriera ma che per il toscano è la prima di una carriera ancora tutta da vivere. L'Italia torna così a trionfare nella Ronde dopo il successo del 2007 di Alessandro Ballan, regalando ai colori azzurri l'11° successo nella storia di una delle corse più belle e amate del ciclismo, nel giorno in cui anche tra le donne trionfa la campionessa europea Marta Bastianelli. Alle spalle del nostro, il danese Asgreen e il norvegese Kristoff.

«Mamma mia, non ci credo! È la mia prima vittoria, ci pensate? La squadra mi ha detto di provarci se ne avevo, così sul Vecchio Kwaremont ho chiuso gli occhi e sono partito racconta frastornato ma felice il toscano della EF -. Vi garantisco che sono stati i 14 chilometri più lunghi della mia vita».

Poi arriva un telefonino e la chiamata della fidanzata Giulia, con la quale sta costruendo casa: Alberto riesce a dire solo «Amore, amore...» poi scoppia a piangere. Un pianto liberatorio, pieno di gioia e fatica che si fondono mentre comincia ad affacciarsi nella mente la consapevolezza di quel che ha compiuto.

L'anno scorso la caduta in discesa alla Liegi-Bastogne-Liegi, «una costola mi ha perforato il polmone, sono stato operato di pneumotorace per togliere l'aria, dolorosissimo - racconta -. E a Plouay mi sono fratturato la clavicola. Mi sono detto: qui non ne esco più.

Non vi nascondo che ero parecchio demoralizzato, ma vicino a me ho persone eccezionali che mi hanno spinto a non arrendermi».

La gioia è come il volo, scriveva Emily Dickinson. Alberto Bettiol, da ieri sera, vola sui cieli delle Fiandre felice come mai.

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