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Boateng: "Ho paura del razzismo. In Italia è nascosto, in Germania è dilagante"

Kevin Prince Boateng ha parlato della sua più grande paura, il razzismo: "C'è ancora e purtroppo diventa sempre più forte. In Italia per ora è nascosto, strisciante. In Germania un mese fa hanno fatto una manifestazione contro gli immigrati ed erano tutti con il braccio alzato nel saluto nazista"

Boateng: "Ho paura del razzismo. In Italia è nascosto, in Germania è dilagante"

Kevin Prince Boateng in estate ha deciso di tornare in Italia per iniziare una nuova esperienza al Sassuolo. Il centrocampista ghanese sta stupendo tutti dato che è riuscito subito a conquistare un posto da titolare nello scacchiere di Roberto De Zerbi, ha subito realizzato dei gol e sfornato assist. Il 31enne ex Schalke 04 e Las Palmas, ai microfoni di SportWeek, inserto della Gazzetta dello Sport, ha parlato della sua scelta di sposare il progetto del club del patron Giorgio Squinzi: "Perché ho scelto il Sassuolo? Perché quando ci ho giocato contro con il Milan mi ha sempre dato l'impressione di essere una squadra che giocava un ottimo calcio. E poi non potevo dire di no a mister De Zerbi: mi chiamava otto volte al giorno".

Boateng, compagno ormai da tanti anni della bella showgirl Melissa Satta, ha poi svelato la sua più grande paura per lui ma soprattutto per il figlio Maddox: "La cosa che mi spaventa di più? Sicuramente il razzismo. C'è ancora e purtroppo diventa sempre più forte. In Italia per ora è nascosto, strisciante. In Germania invece c'è stata una forte esplosione di questo fenomeno dato che un mese fa erano in migliaia a marciare contro gli immigrati e lo facevano addirittura con il braccio alzato nel saluto nazista. Per fortuna, rispetto al passato, ci sono tantissime persone che alzano la voce contro i razzisti".

Il giocatore del Sassuolo qualche anno fa, sempre con la maglia del Milan, era stato sfortunato protagonista di un brutto episodio di razzismo quando decise di abbandonare il campo durante l'amichevole contro la Pro Patria per i cori razzisti ricevuti dai tifosi avversari.

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