Per Borini rifiuti in serie, dietro c'è l'Inter?

Una delle vicende più strane del calciomercato è quella del nostro Fabio Borini: una vicenda così strana la sua, da far scrivere un pezzo intitolato "Lo strano caso di Fabio Borini" ad una rivista facente parte dell'"universo" dei Reds. L'articolo racconta con precisione quanto accaduto negli ultimi scampoli di calciomercato, confermando quello che si era intuito, ovvero che l'attaccante italiano, dopo aver detto no ad un ritorno al Sunderland, ha fatto saltare anche il suo trasferimento al QPR, chiedendo un ingaggio che la società non era in grado di garantirgli ed una clausola rescissoria da poter utilizzare a Giugno 2015.

Anche se chi ha scritto l'articolo sembra capire la decisione di Borini, affermando che la sua scelta deve essere vista come quella di chi vuole un certo futuro per la propria carriera, molti sostenitori dei Reds non si capacitano di quanto accaduto e se c'è chi gli augura di convincere Rodgers a riservargli un ruolo da titolare, c'è anche chi lo critica duramente, apostrofandolo con termini come "egoista" ed "attaccato ai soldi". E questa nomea potrebbe anche rimanergli per molto tempo, specie dopo le infelici esternazioni del suo agente, il quale ha detto che il contratto proposto dal QPR non era accettabile per un "atleta importante e di livello": inutile dire che tale dichiarazione non ha fatto piacere ai tifosi della mancata squadra di Borini.

Il procuratore del ventitrenne ha poi svelato come vi siano state richieste di vari club, tra cui l'Inter, per un prestito (per molti a Gennaio con i Nerazzurri si farà), richieste tutte rifiutate dalla dirigenza del Liverpool, non disposta a trattare se non per una cessione definitiva. E, invece, alla fine Borini è rimasto dov'era, non ascoltando il suggerimento del tecnico dei Reds, che visti gli arrivi di Balo e Lambert gli aveva fatto presente come fosse preferibile cambiare aria per giocare con continuità. Sicuramente ora la situazione per l'Azzurro non sarà semplice, ma il suo procuratore ostenta fiducia, affermando che: