Il Brasile cala il poker e l'Italia ritorna gruviera

Finisce 4-2. Però gli azzurri hanno lottato per il 3-3 fino all'ultimo Fred li gela all'89'. Déjà vu: in semifinale ci toccherà la Spagna

Il Brasile cala il poker e l'Italia ritorna gruviera

Il Brasile è più forte dell'Italia. Lo sapevamo da qualche tempo visto che tra l'altro non capita di metterli sotto dal famoso 3 a 2 del mundial di Spagna. Ieri sera a Salvador de Bahia ne abbiamo ricevuto una solenne conferma. Punteggiata dalle prodezze balistiche di Neymar e dalla glaciale perfidia di Fred. L'Italia di Prandelli, sorretta da un ragazzo alle prime armi, De Sciglio, e sospinta da un altro, Balotelli, che ha risorse insospettate, ha tenuto botta fino a un certo punto. Prima di arrendersi con un 2 a 4 che può sembrare anche un castigo eccessivo. Poco coraggio e poca gamba in un tempo, molta determinazione e voglia di rischiare nella ripresa: così la Nazionale ha rimontato una volta, e provato a risalire la corrente con l'artiglio di Chiellini prima di arrendersi definitivamente alla stoccata di Fred. A questo punto il secondo posto è impacchettato, la Spagna il rivale da cui guardarsi in semifinale. Quattro gol sono tanti per una difesa come quella azzurra. E 8 complessivi subiti in tre partite sono un inquietante allarme.

Fuori (dallo stadio di Salvador) lancio di lacrimogeni e cariche dell'esercito in assetto da guerra per tenere a distanza l'esercito della protesta giovanile e popolare, dentro l'impianto, accompagnato da una marea gialla, l'assedio del Brasile al fortino di Buffon è immediato. Scandito dai primi due palloni persi dagli azzurri sotto l'offensiva del pressing della seleçao che procurano grattacapi al portierone azzurro e alla sua difesa colta di sorpresa. E subito col fiatone in meno di un minuto. D'altro canto non c'è bisogno di un navigato 007 per conoscere il punto debole della Nazionale di Prandelli: è la sua condizione fisica, a dispetto del ricambio deciso dal Ct (in partenza 6 su 11).

Il Brasile tenta di mettere gli azzurri spalle al muro ma è molto fumo e poco arrosto: comanda il gioco, domina nel possesso palla, imbottiglia il rivale nella sua metà-campo ma senza guadagnare quei varchi che possono mettere a repentaglio la resistenza della difesa. Neymar, con Abate alle calcagne, si libera una sola volta apparecchiando un tiro che non è certo un inno al suo talento straordinario. Il suo miglior nemico, Balotelli, su percussione di Marchisio (una delle poche della prima frazione) si libera al tiro ed è l'unica apparizione dell'Italia dalle parti di Julio Cesar e Thiago Silva nella prima frazione. Non mancano i primi cedimenti nell'accampamento italiano. Si procura un crac alla spalla destra Abate (deve rimpiazzarlo Maggio), prima di lui si arrende stordito da un colpo alla testa Montolivo così da rendere indispensabile l'ingresso di Giaccherini e il rimpasto a centrocampo (Marchisio e Aquilani i due dedicati alla copertura).

È anche questo un segnale della salute precaria del gruppo trascinato in Confederation dal ct mentre il Brasile è bello pimpante e aggressivo e trova il primo gol proprio sulla sirena dell'intervallo: il colpo di testa di Fred sulla punizione di Neymar coglie Buffon pronto, non invece il resto della gendarmeria azzurra e infatti Dante, in posizione di fuorigioco, può firmare il tapin vincente. Neymar e Balotelli: è il loro duello a regalare schegge di spettacolo nella seconda frazione. La stella del Barça, su punizione dal limite, trova la ragnatela del secondo palo di Buffon riportando sopra i suoi, Mario non sta certo a guardare, anzi prova a imitarlo. Firma con un tacco l'assist che spalanca a Giaccherini il pareggio prima di trovare la manona di Julio Cesar su una punizione tirata da distanza chilometrica. La coltellata di Fred (su lancio di Marcelo, contropiede classico) segnala l'errore di posizione di Bonucci e sembra sotterrare la Nazionale che invece ha un sussulto con Chiellini (azione da calcio d'angolo, mezzo rigore su Balo, l'arbitro fischia il penalty, poi concede il 2 a 3).

Da quel momento è l'Italia che mette al muro il Brasile e lo condanna alla sofferenza: traversa scheggiata da Maggio di testa. Ma non si tratta di un episodio isolato, semmai di un vero rifiorire degli azzurri che recuperano preziose energie.

Non c'è solo De Sciglio a giganteggiare, brilla anche la stella di Balotelli alla fine. Scolari festeggia alla fine col 4 a 2 di Fred (altro tapin, Buffon non trattiene) il terzo successo consecutivo e il primato del girone. Niente da obiettare.

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