Russia 2018

Un Brasile da piangere Ma le lacrime di Neymar riaccendono il sogno

Coutinho segna ancora e scaccia la paura L'asso del Psg raddoppia e cede alla tensione

Un Brasile da piangere Ma le lacrime di Neymar riaccendono il sogno

Rimanere attaccati al Mondiale val bene qualche lacrima in più. Quelle di Neymar al fischio finale sono di felicità e di sollievo: qualche minuto prima, lui e il Brasile stavano per pareggiare anche la seconda partita dell'avventura iridata, con il rischio di doversi giocare la qualificazione contro l'ostica Serbia. Un altro numero 10 illustre (Messi) è già sull'orlo del baratro, la stella del Psg e del gruppo di Tite, nervosissimo durante il match (sarà pure ammonito), iniziava a vedere fantasmi ovunque. Il suo primo gol in Russia è arrivato, ma solo allo scadere e quando il pericolo era ormai scongiurato.

In un Mondiale al contrario, dove le big soffrono e rimediano figuracce, anche la Seleçao ha vissuto un pomeriggio da incubo. Tanto che al gol di Coutinho, quando era iniziato il primo giro di lancette del recupero infinito concesso da Kuipers, si è scatenata la Torcida, l'acceso tifo brasiliano, e la gioia di capitan Thiago Silva e compagni. Quanta fatica a battere una Costarica ordinata, essenziale nel suo schema ultradifensivo, brava in qualche ripartenza nei primi 45', fallosa a tratti ma motivata a non lasciare una competizione che quattro anni fa le regalò altre soddisfazioni (ne sa qualcosa l'Italia, mandata a casa in anticipo proprio dai Ticos).

Partita spigolosa, non certo spettacolare, soprattutto nel primo tempo. Che ha confermato la grande fatica del Brasile a fare gol in una rassegna con tante vittorie di misura. Tite insiste con i quattro attaccanti, sistemati in campo in maniera diversa rispetto alla gara d'esordio con la Svizzera, ma che tendono a pestarsi i piedi. Una Seleçao non ancora bella a vedersi e che non fa così paura come direbbe l'etichetta di favorita numero uno del Mondiale, ma la differenza con la gara d'esordio è che stavolta il muro degli avversari è crollato almeno nei minuti di recupero. Il bomber del gruppo è diventato il Coutinho scartato anni fa dall'Inter: sua la perla contro gli elvetici, suo il guizzo in area già oltre il 90'. Neymar confinato a destra finisce per incaponirsi in tanti duelli uno contro uno persi e si vede prima assegnato dall'arbitro Kuipers, poi negato dal Var (al quale sfugge però una manata di Marcelo a un avversario) un penalty che voleva conquistarsi con astuzia.

Meglio un Brasile con Douglas Costa (che dà un buon cambio di ritmo ai compagni e firma l'assist finale per O Ney) e Firmino che si candidano per una maglia da titolare nell'ultima sfida del girone. Il 72 per cento di possesso palla della Seleçao dice tutto sull'andamento della sfida, peccato che di tiri in porta se ne vedono con il contagocce. La traversa di Gabriel Jesus sembra segnare la svolta, ma bisognerà attendere l'«overtime» per dare ossigeno alle coronarie dei tifosi verdeoro. E per evitare il secondo dramma sudamericano in un Mondiale nel quale le sorprese sono sempre dietro l'angolo.

Ma quella di un Brasile già con le valigie in mano dopo 9 giorni sarebbe stata troppo grossa.

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