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Brozovic, Maignan & C. La serie A perde i pezzi con l'"effetto mondiale"

L'interista ko un mese. L'esperto: "Massimo tre partite di fila, i 5 cambi non gestiti al meglio"

Brozovic, Maignan & C. La serie A perde i pezzi con l'"effetto mondiale"

L'ultimo è stato Marcelo Brozovic, il centrocampista dell'Inter uscito zoppicando vistosamente, quasi a braccia, dopo un quarto d'ora. Domenica sera, nell'ultima partita della Croazia nel suo girone di Nations League contro l'Austria, il regista della squadra di Simone Inzaghi si è fermato per un problema muscolare che lo terrà fuori almeno un mese: un semplice appoggio verso un compagno, la fitta, la smorfia di dolore, il cambio immediato. E se una volta questo periodo di tempo rappresentava un'assenza lunga ma non così tanto, il tassametro corre di più in questa stagione dai ritmi folli: nei prossimi 30 giorni, infatti, l'Inter disputerà ben 7 partite di cui tre in Champions League, compreso il fondamentale doppio confronto con il Barcellona.

E va bene che c'è Asllani che nel breve periodo probabilmente verrà scongelato al posto di Epic Brozo, ma il croato è solo l'ultima vittima di un inizio di stagione in cui i bollettini medici sono stati a contatto regolare con i club di Serie A. Questa sosta per la Nations League e in generale per le nazionali, infatti, è stata a dir poco catastrofica, toccando un po' tutte le big del campionato. Al Milan per esempio in un colpo solo hanno perso Hernandez e Maignan, mentre la capolista Atalanta trattiene il fiato per la situazione di due suoi pilastri come Koopmeiners e Demiral. Persino lo Spezia si lecca le ferite dopo gli infortuni a Reca e Kovalenko e neanche alla Juve, già fiaccata da una raffica di infortuni, possono stare tranquilli dopo la botta presa da Miretti con l'Under 21.

«Questo fatto delle squadre impegnate ogni tre giorni, con i calendari fittissimi, porta a sempre meno continuità negli allenamenti, purtroppo. Mal comune mezzo gaudio, visto che succede anche all'estero - spiega Eugenio Albarella, preparatore atletico ex tra gli altri della Juventus e del Giappone con Zaccheroni in panchina -. I giocatori sono soggetti a un impegno fisico e mentale non di poco conto, che a lungo andare incide specie su chi non riesce a gestire tutto questo stress. Così aumenta il rischio di infortuni». Ritmi folli che non aiutano: «Bisognerebbe cercare di gestire al meglio i minutaggi, specie all'inizio della stagione dove di solito si tende invece a dare continuità ai big per almeno 6-7 partite di fila. I club hanno degli strumenti tecnologici che danno la situazione fisica di un atleta, da lì si dovrebbe capire come gestire il turnover anche se certo ogni giocatore fa storia a sé. Adesso, poi, con 5 cambi a disposizione durante la partita, le rotazioni sarebbero anche più semplici», conclude Albarella.

Giocatori che fanno storia a sé tanto quanto questa stagione che tra due mesi vedrà i Mondiali al via. E se alcuni club sono già con l'acqua alla gola anche le varie nazionali non possono stare molto tranquille.

Come arriveranno i vari big in Qatar in quanto a salute? Insomma, è un rimpallo di specchi che rischia di far tirare indietro la gamba a tanti, da qui a novembre, senza fermarsi mai.

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