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C'è già un'altra Italia. Mancini e la tentazione di "cadere" nel turnover

Con la Svizzera potrebbe cambiare qualcosa. Ma il Ct ricordi l'errore di Sacchi nel 1996...

C'è già un'altra Italia. Mancini e la tentazione di "cadere" nel turnover

L'esperienza di tornei come europeo o mondiale racconta che sono queste le ore più insidiose prima del secondo appuntamento con la Svizzera. La spiegazione si può sintetizzare in un paio di riflessioni: 1) perché piegare la resistenza del rivale significa garantirsi aritmeticamente la qualificazione agli ottavi dopo il pareggio di Baku; 2) perché qualche inevitabile acciacco (Berardi) aggiunto all'età di un senatore (Chiellini) e la voglia di scaldare i muscoli di Verratti reduce da infortunio, potrebbero indurre in tentazione il ct. Mancini ha una fortuna dalla sua parte. E cioè ha a disposizione un gruppo pieno di gioventù oltre che di legittima ambizione per tutti i ruoli sopra indicati. Bastoni (o Acerbi) in difesa, Chiesa per la zona destra dell'attacco e Locatelli (che pure rappresenta un doppione, tatticamente, di Jorginho) quale efficace sostituto del parigino sono soluzioni che renderebbero felice qualsiasi selezionatore.

Eppure c'è un precedente che invita alla prudenza e a una diversa valutazione. Riavvolgiamo il nastro dell'europeo 1996, in Inghilterra, con Sacchi ct, squadra costruita su due blocchi (milanista e juventino) e arricchita da altri esponenti di Lazio e Parma. Dopo il primo comodo successo sulla Russia Arrigo fu preso dalla voglia di cambiare metà schieramento confermato dopo un colloquio riservato con Marcello Lippi, all'epoca allenatore della Juve. L'esito non fu felice: per l'espulsione di Apolloni, nessuna sostituzione per correggere l'assenza in difesa e sconfitta maturata dalla Repubblica Ceca che costrinse la nazionale allo spareggio con la Germania, finito in parità (rigore sbavato da Zola) e rovinosa eliminazione al primo turno.

Francesco Acerbi che forse nemmeno ha un ricordo così preciso della storia azzurra, ieri, ha dato un suggerimento da cogliere al volo. «Se fossi in Mancini non cambierei» ha spiegato parlando contro il proprio interesse personale, tra l'altro. A testimonianza che anche nel gruppo attuale di Mancini regna la convinzione che in casi del genere è meglio non modificare - se non per motivi di forza maggiore - i meccanismi che hanno così ben funzionato contro la Turchia. Con l'eventuale qualificazione in tasca, si può il turnover rimandare alla terza sfida col Galles. È vero inoltre che la presenza di Embolo, il diamante dell'attacco svizzero, impone una gendarmeria molto veloce per reggere ai suoi scatti. In casi del genere si può ovviare non concedendo lo spazio per il contropiede, come avvenuto in una sola circostanza alla Turchia.

Alla fine tutto sarà affidato all'ispirazione di Roberto Mancini che sul punto e non solo, ha delle idee chiarissime come ha dimostrato fin dal primo giorno del suo incarico quando raccolse le macerie lasciate da Ventura. Del precedente inglese targato 1996, c'è un solo superstite all'interno dello staff Italia ed è il medico professor Ferretti.

Dalle sue valutazioni, tra l'altro il ct potrà trarre spunto per decidere soprattutto sul conto di Verratti.

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