RomaPer capire la reale portata dell'evento tennistico che ha coinvolto ieri Sara Errani ci sono due considerazioni: per approdare alle semifinali di Roma ha battuto per la prima volta in sette incontri Na Li e soprattutto quest'ultima sarà la donna copertina del prossimo numero di Time. Come simbolo di una nuova generazione cinese e come seconda sportiva più pagata al mondo con 42 milioni di dollari di contratti in corso.
Per capire la reale portata generazionale di vedere anche quest'anno Sara Errani in semifinale agli Internazionali Bnl, bisogna invece dare i numeri: la nostra, infatti, lotta e meraviglia dall'alto (si fa per dire) dei suoi 164 centimetri ed è praticamente una vera e propria irriducibile contro l'inevitabile evoluzione della specie. Per capirlo basta fare un salto indietro agli Anni Novanta, quando il circuito offriva in campo femminile ogni sorta di campionessa: erano gli anni delle gambe della Graf, degli urletti di Monica Seles, della bellezza di Gabriela Sabatini fino ad arrivare all'eleganza di Martina Hingis. Ma anche gli anni di Arantxa Sanchez o di Jana Novotna, insomma fisici non proprio scultorei ma tenniste al massimo. Oggi, invece, girando per il Foro Italico, si scopre che la Errani è una specie di Panda in via di estinzione, perché le ragazze che negli Anni Novanta sono nate - figlie della rivoluzione Sharapova -, hanno una caratteristica principale: sono alte, magre, carine tendenti al bello e giocano lo stesso tennis. Diciamolo: sono un po' tutte uguali, pin up in fotocopia. I numeri, appunto, parlano chiaro scorrendo il ranking (di altezza): si parte dal metro e 86 della Pliskova (22 anni), passando per gli 1 e 82 della Muguruza (21), gli 1 e80 della Tomljanovic (21), per scendere all'1 e 78 della stessina Bouchard (20). Poi ci sarebbero anche veterane - si fa per dire - come la Kvitova (1 metro e 82) e la Azarenka (1 e 83), e in mezzo una serie di stangone tutte all'inseguimento del fascino e dei successi di Miss Maria. Ormai quasi vecchia con i suoi 27 anni e sempre troppo alta per tutte (1 e 88).
Figuratevi insomma la nostra Saretta, con quelle sue gambe da atletona e quel colpo che qualcuno - in tribuna - ha simpaticamente definito un «servizio smorzato». Eppure nel tennis succede, ed ecco perché l'Italia può festeggiare il successo sulla Na Li (per la cronaca «solo» un metro e 72) che ha accusato un piatto di pasta al sugo mangiato durante il riscaldamento della mattina (roba un po' cinese) come concausa della sconfitta e dei suoi 52 errori non forzati. E soprattutto il Foro può festeggiare una Errani davvero gladiatrice: «Questa vittoria la metto al numero 2 della mia personale classifica della carriera: vincere così qui a Roma è davvero speciale. Lei stava male? Io non mi sono accorta di nulla, né lei mi ha detto nulla: secondo me ha giocato bene, mi ha dato fastidio come al solito. Cosa devo fare per essere considerata la numero uno italiana di sempre? Non so, ditemelo voi: chi è che decide? In realtà noi giocatori a queste cose non pensiamo mai, magari a fine carriera...».
OGGI LE SEMIFINALI (dalle ore 12, Sky Sport 2 e Supertennis) Errani-Jankovic, Raonic-Djokovic, Ivanovic-S.Williams, Dimitrov-Nadal/Murray.
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