Il malore tra le mura di casa a San Piero a Grado, poi la corsa disperata verso l'ospedale Cisanello nella vicina Pisa. Il calcio italiano trattiene il fiato per Gigi Simoni, ricoverato da ieri nel reparto di terapia intensiva in condizioni critiche. Il quadro clinico resta complicato, tra i medici nessuno si è sbilanciato, ammettendo soltanto la gravità della situazione sin dal primo momento. Non appena la notizia ha fatto il giro del web, si è levato un coro di sostegno e affetto per l'allenatore gentiluomo, che lo scorso 22 gennaio ha compiuto ottant'anni. Ma è nel mondo del pallone da oltre sessanta, tra campo e panchina è stato in venti piazze diverse e i principali derby del nostro calcio li ha vissuti tutti, da Milano a Torino, passando per Genova e Roma. In poco tempo l'hashtag Forza Gigi è rimbalzato sempre con più frequenza su Twitter, il suo essere trasversale e soprattutto un uomo d'altri tempi gli ha portato post e messaggi affettuosi che vanno oltre campanilismi e colori sociali.
Il nome di Gigi Simoni accomuna tanti angoli d'Italia. Tra quelli che più gli sono riconoscenti c'è il mondo interista, mai dimenticatosi di quella stagione 1997/1998. Il secondo posto in Serie A, la lotta alla Juve dentro e fuori dal campo, con il famigerato contatto tra Iuliano e Ronaldo che non ha mai messo d'accordo nessuno. Arbitrava Ceccarini e Simoni non l'ha mai smaltita: «Quando incontro l'ex arbitro fa finta di non riconoscermi, è convinto di aver visto giusto. La ferita resterà per sempre aperta» ha dichiarato di recente l'ex allenatore. E ieri un tifoso ha twittato: «Hai subìto la più grossa ingiustizia della storia del calcio. Ma ora non mollare». Però nella stessa stagione ci fu anche il trionfo in Coppa Uefa di Parigi, punto apicale che si è goduto solo a metà. Infatti nei festeggiamenti non c'è in nessuna foto, era scappato via perché indispettito dalle voci di un arrivo di Zaccheroni.
Di quella cavalcata Gigi Simoni conserva una maglia, la 10 del Fenomeno, ancora sporca di fango dopo la doppietta decisiva in semifinale contro lo Spartak Mosca. Non gli è capitato spesso di avere il più forte di tutti, ma ha comunque vinto: dodici promozioni in carriera, di cui sette in Serie A. E ora un'altra sfida, quella più complicata, per la vita.
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