Il calcio diviso alle urne con il rischio della paralisi

Il calcio diviso alle urne con il rischio della paralisi

Il rinvio delle elezioni sembra un'ipotesi difficile da realizzarsi, anche se l'ultima notte prima di un voto così importante ha sempre portato sorprese. Oggi, dunque, il mondo del calcio dovrebbe eleggere l'erede in Figc di Carlo Tavecchio, fattosi da parte dopo il flop mondiale. Il condizionale è d'obbligo vista l'incertezza e lo stallo del pallone nostrano. Tre i candidati che in un hotel davanti all'aeroporto di Fiumicino si contenderanno la poltrona del palazzo romano di via Allegri. Il presidente del Coni Malagò avrebbe preferito un rinvio di 90 giorni per evitare che il presidente eletto, chiunque sia, fosse un re debole e con un consiglio federale fragile. I 275 delegati delle varie componenti si sono opposti al rinvio e a questo punto, tranne forfait o apparentamenti dell'ultima ora, gli aspiranti presidenti andranno alle urne divisi come non mai. Le numerose riunioni succedutesi nell'ultimo mese non sono servite a raggiungere l'unità di intenti e soprattutto a far fare un passo indietro a nessuno dei tre. Si andrà a votare dopo che sono passati giorni a parlare di poltrone da spartirsi, non di programmi. Sullo sfondo la Lega di A che se non eleggerà i suoi organi entro febbraio verrà commissariata dal Coni.

Se non si andrà al rinvio, tutto dipenderà da Damiano Tommasi, l'ago della bilancia: nella notte la sua base e Ulivieri potrebbero avergli chiesto di fare un passo indietro e fare convergere i voti su Gravina. In questo caso il presidente della Lega Pro potrebbe arrivare intorno al 55-57 per cento (ha anche metà A e B dalla sua, oltre al numero uno degli allenatori) e vincere con una maggioranza risicata. Diversamente, con tre candidati, il favorito al ballottaggio sarebbe Sibilia, che conta sull'appoggio di Lotito, candidato come lui per il centrodestra alle politiche del 4 marzo. Le sorprese sono comunque possibili.

L'unica certezza è che Tommasi, correndo da solo, non ha alcuna speranza di farcela: in Italia un ex calciatore viene visto ancora come un sindacalista, un rivale, e per questo le Leghe non lo votano volentieri. Ma potrebbe comunque portare a casa una vicepresidenza e la guida del Club Italia, cui tiene molto.

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