Non si sono ancora mosse, il mercato è appena iniziato, d'accordo, ma Napoli, Juventus, Inter, Fiorentina e Roma hanno ancora la casella degli acquisti vuota, e in uscita ugualmente poco, Iturbe al Bournemouth e Henrique alla Fluminense, movimenti che non incidono, giocavano poco. Cinque swarovski, maneggiare con cura, fragili e quasi perfette, segno che le idee ci sono ma migliorare un organico che sta funzionando aumenta le difficoltà, comprare è difficile, fare il colpo è un'impresa. E le cinque hanno bisogno dell'impresa, le più vicine all'Europa, erano nei pronostici, il girone d'andata li ha confermati anche se non è stato tutto così semplice. La Juve partita strafavorita per il quinto consecutivo ha iniziato talmente male che non ce n'era uno che ne ipotizzasse un rientro, almeno a breve. Il Napoli del dopo Benitez era un'incognita totale, alla quinta era a -9 dall'Inter, la Roma era l'antagonista designata, non ha avuto crolli importanti ma quando si è presentata a San Siro da prima in classifica con l'Inter ha perso e non è più riuscita ad andare in testa, colpo riuscito ai viola con un nuovo allenatore e il fantasmino di Giuseppe Rossi alla porta. L'Inter era inserita sulla fiducia, ha 13 punti in più rispetto alla scorsa stagione ma è anche quella che ha avuto lo stop più violento nel finale di girone, tre punti in tre partite.Oggi si ricomincia e pare proprio che la situazione sia molto più vicina al 23 agosto, prima di campionato. La Juve è seconda ma è strafavorita, anche e proprio nelle parole di Sarri, il primo a stupirsi del suo primato: «Immaginavo una crescita ma ancora oggi sono stupito e non ho certezze». La nuova Roma la scopriremo domani, l'altra si è persa sui campi d'Italia, prima è rimasta senza forza poi senza speranza, quanto tempo servirà a Spalletti per rimetterla in pista e ricominciare a farli correre non è ipotizzabile. La vicenda Francesco Totti è una sintesi perfetta del momento giallorosso, ogni stagione ha un melone è un aforisma che meriterebbe un voto altissimo, magari basta spostare Florenzi al suo posto, ma ci credono in pochi, e il Sassuolo a tre punti è una minaccia seria. La Fiorentina è delicata, pratica il gioco che più appaga ma non sempre raccoglie e ha l'organico indiscutibilmente più scarso, anche se otto punti in più rispetto alla scorsa stagione sono tanti. Anche lei ha subìto nel finale di girone un rallentamento, alla 12ª era in testa ma non c'è più tornata, adesso è a tre punti dal Napoli e i Della Valle sono contestati. Ridicolo. Un titolo non si vince solo sul campo, lì si fanno i punti ma sono il risultato di un clima e una dirigenza all'altezza, altrimenti una la vinci e una la perdi, e alla fine sei lì nel gregge. È il medesimo rischio che corre l'Inter rivoluzionata da Mancini. Per guidarla ha chiesto delle garanzie, fra le prime più potere possibile. Oggi, a volte, sembra che questo accentramento sia controproducente, come se attorno a lui ci fosse il vuoto, un presidente in Indonesia, un dg invisibile, un vice presidente senza portafoglio, senza compiti specifici e quasi inutile a dispetto di una carriera fulminante, unica, irripetibile.E così alla fine ecco perché la Juventus è la favorita, più per mancanza di una concorrenza che per meriti, anche se le sta girando tutto bene o quasi. Il mercato del Madrid stoppato ha un lato positivo, Morata resta. Ma i 35 milioni dei blancos sarebbero stati tantissima roba per un giocatore che nel girone d'andata, unico con Hernanes, ha lavorato al di sotto delle attese.
Adesso Zidane dice che non interessa più il rientro del madrileno, in realtà Perez non avrebbe mai speso 35 milioni per riprenderselo, ci lavorava sopra perchè aveva una richiesta importante dallo United, il diritto di recompra per rivenderlo un'ora dopo. Ma adesso la Juventus è lì, ed è la notizia peggiore che potesse arrivare nelle sedi delle altre all'inizio del girone di ritorno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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