Firenze - Pilastro della celeberrima BBC, Giorgio Chiellini vuole ad ogni costo il suo terzo Mondiale e contestualmente lancia un siluro al Guardiolismo, reo di aver contaminato una generazioni di difensori. Poi non ha un attimo di esitazione ad andare dietro al suo compagno di mille avventure azzurre Daniele De Rossi che ha parlato di «macchia sul curriculum» se l'Italia dovesse fallire l'appuntamento della qualificazione: «Mi pare che negli ultimi 60 anni l'Italia sia sempre andata al Mondiale (ultima eliminazione nella rassegna del 1958, ndr). Certo dobbiamo andarci per forza. C'è la voglia di giocarci questa sfida con la Svezia e per tanti di noi sarà la prima volta in torneo del genere. C'è rispetto del nostro avversario, gioca un 4-4-2 tra i migliori al mondo, ma siamo pronti all'appuntamento con grande equilibrio».
Sarà la prima volta vera del ritorno della società Barzagli-Chiellini-Bonucci perché questo sarò uno spareggio, dentro o fuori insomma. Mentre un mese fa a Torino con la Macedonia (1-1) era sì importante, ma non come adesso: «Rigiocare con Leo fa sempre un gran piacere - dice Chiellini nell'Aula Magna di Coverciano - io facevo bene a lui e lui a me. Abbiamo avuto la fortuna di scendere in campo fianco a fianco per tanti anni, speriamo di poterlo fare ancora in Russia».
BBC, acronimo di difesa bunker, di gente assortita bene, buona a impostare, vedi Bonucci, ma soprattutto a marcare implacabilmente gli attaccanti avversari. Eppure alle loro spalle, salvo rare eccezioni, pare vi sia un vuoto pneumatico. In serie A si vedono troppo spesso gol subiti in modo imbarazzante. Chiellini parte all'attacco: «Dietro di noi vedo ragazzi molto bravi come Rugani, Caldara e Romagnoli. È vero, hanno solo 23 anni, dovranno crescere a livello internazionale anche se io alla loro età non avevo sul palcoscenico continentale quel numero di presenze. Anche sulle fasce abbiamo gente di prospettiva. Ma se guardiamo in generale trovo che ci sia un vuoto pneumatico generazionale: questo è accaduto per colpa del Guardiolismo che ha rovinato tutto. Ci sono difensori che vogliono giocare la palla a tutti i costi in uscita e poi i cross: non c'è un difensore italiano che senta l'uomo, che lo marchi. Io da ragazzo ho ricevuto insegnamenti precisi sulla marcatura. Noi non avremo mai il tiki-taka della Spagna e se vorremo davvero tornare ai vertici del calcio mondiale, oltre a quattro-cinque attaccanti di valore, qualche difensore vero in più sarebbe gradito».
Chiellini torna per un istante sul clima che si è creato intorno alla Nazionale nel post disfatta in Spagna: «Dopo gli applausi di Udine i fischi di Reggio Emilia li ho trovati ingiustificati. Quell'atmosfera ci ha tolto entusiasmo e spensieratezza, elementi necessari a produrre un certo tipo di calcio».
Andrea Pirlo ha detto stop al pallone: «A dir la verità da quando aveva scelto l'America purtroppo lo avevamo già perso, il vero addio al calcio sia stato quello. Abbiamo perso tanto. Ma il bello di Andrea è stato uscire di scena in silenzio, con grande classe. Avrebbe potuto giocare ancora a grandi livelli, ma uno come lui ha preferito finire prima che fosse troppo tardi. Nello spogliatoio erano famose le battute.
Parlava poco, ma quando lo faceva le sue parole erano sentenze».Ultima battuta sul campionato: «È difficile che la grandi là davanti perdano punti con le altre perché c'è un livellamento in basso. Ormai è diviso in due tronconi».
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