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Carletto non è più Real: Inter, c'è il City di Pep a Istanbul

I campioni in carica spazzati via con una partita perfetta dalla squadra di Guardiola

Carletto non è più Real: Inter, c'è il City di Pep a Istanbul

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Battuto, eliminato, umiliato, il Real Madrid esce dalla Champions e concede al Manchester City la sfida con l'Inter. Grande lezione di football di Guardiola, disastrosa la partita degli uomini di Ancelotti, impotenti in fase d'attacco, sfasati in mezzo al campo, impauriti in terza linea, salvati da un enorme Courtois che ha limitato la vergogna. Inguardabile il Real nei suoi interpreti storici, Modric, Benzema, Vinicius, soggiogati dal giro palla del City sempre in superiorità tattica e con soluzioni differenti alla conclusione, una giostra continua di Gundogan, De Bruyne, Bernardo Silva, Grealish a molestare l'avversario, costretto all'angolo come un pugile suonato, annebbiato nelle idee, insicuro sulle gambe, il Real non ha vinto un solo duello fisico in ogni zona ed è stato il primo e continuo segnale di allarme per Ancelotti che ha compreso di non poter variare il disegno anche in evidente inferiorità tecnica. Il City ha tenuto ritmo costante e anche questo ha drogato i titolari della coppa irriconoscibili e sfiniti.

I due gol di Bernardo Silva sono scaturiti da distrazioni difensive ingiustificabili per una squadra del censo spagnolo, il portoghese è stato abile e astuto in entrambe le situazioni con la partecipazione di Camavinga, fuori condizione, Alaba e Militao, scelto al posto di Rudiger al centro del pacchetto troppo preoccupato e ansioso nella marcatura di Haaland e, di conseguenza, superficiale e distratto fino all'autogol nel resto dei sedici metri, una trappola infantile e furba quella allestita da Guardiola nella quale è cascato clamorosamente Ancelotti non affrontando in tempo i cambi. Ma il Real mai ha dato l'impressione di poter rimontare tanto si è allargata la forbice tra le due formazioni, Kroos e Modric hanno denunciato l'anagrafe e una condizione fisica affannosa, la sconfitta segna forse il loro tramonto, anche se Florentino Perez ha garantito il prolungamento del contratto.

Presumo che così non sarà per Carlo Ancelotti, eliminato in Europa, fuori dalla vittoria della Liga in favore del Barcellona e con la possibilità di accettare l'offerta di allenare la nazionale brasiliana, Guardiola con il poker finale di Alvarez si è preso la rivincita della scorsa edizione ma vuole soffiare contro la nuvola fantozziana della finale che lo segue dalla conquista nell'era dorata del Barcellona di Messi. Lo sciamano, raccomandato da Yaya Tourè, ha fatto la macumba per battere finalmente il Real. Prevedo altri riti per il 10 giugno. Si ripete il clima del 2005 all'Ataturk di Istanbul, una squadra italiana contro una inglese, Milan-Liverpool allora, con un epilogo impossibile che va cancellato. Il Manchester City ha dato immagini grandiose ma il football e la Champions ci hanno riservato finali imprevedibili.

È il sogno di Simone Inzaghi, tredici anni dopo Josè Mourinho.

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