Carpe diem tricolore. Il tango "spaccanapoli" di Higuain e Dybala

Paulo alla Lazio e Gonzalo all'Inter: due gol che hanno mandato in cortocircuito i rivali

Carpe diem tricolore. Il tango "spaccanapoli" di Higuain e Dybala

In una cavalcata di trentotto giornate alla fine sono sempre i momenti a fare la differenza. Può apparire come un paradosso perché lo scudetto si dice sempre che premi la continuità. Ma alla fine ci sono gli episodi che incidono sulla trama del film in maniera indelebile. Sono quegli sliding doors che quando ci si guarda indietro diventano a tutti gli effetti decisivi, tra quello che sarebbe potuto essere e quello che è stato. E ci sono due frazioni di secondo clamorosamente simili che hanno fatto salire la Juventus sulla metropolitana del settimo scudetto consecutivo: due gol nel finale, uno in extremis, l'altro quasi, in due partite in cui la Signora non è mai stata così vicina al passaggio di consegne del titolo. Sull'ascensore tricolore ci sono i gol nel girone di ritorno di Paulo Dybala alla Lazio e quello di Gonzalo Higuain all'Inter. È il tango che ha un titolo inequivocabile: spaccanapoli. Per stessa ammissione degli azzurri. È li che si decide lo scudetto.

A inizio marzo la Juve è di scena all'Olimpico contro la squadra di Simone Inzaghi. Partita mediocre destinata giustamente allo zero a zero. Invece all'ultimo secondo la Joya si inventa la giocata, dribbling e sinistro in scivolata all'incrocio. Il Napoli è nello spogliatoio del San Paolo, per Insigne e compagni è una mazzata tremenda: dalla possibile fuga al sorpasso bianconero nel giro di pochi secondi. La squadra di Sarri va in cortocircuito, crolla con la Roma e cede il comando alla Signora, che non lo lascerà più.

Ci va vicinissima a subire il controsorpasso a fine aprile. Allegri ha appena perso lo scontro diretto a Torino, e sta perdendo il derby d'Italia nonostante la superiorità numerica per l'espulsione di Vecino. Ma in due minuti a ridosso del novantesimo il ribaltone con Cuadrado e la firma decisiva di Higuain che con una testata risponde al colpo di testa di Koulibaly che sette giorni prima aveva tramortito la Juventus e scatenato a Napoli una festa insensata, come lo scudetto fosse già volato sotto il Vesuvio. Ma in testa c'era ancora la Juventus.

La formazione di Sarri ingoia il gol dell'ex attaccante napoletano all'Inter davanti alla tv nel ritiro di Firenze. In sala raccontano che cala un silenzio surreale se si pensa ai fuochi d'artificio all'ombra del Vesuvio dopo aver profanato lo Stadium. Il secondo cortocircuito è così innescato e infatti il giorno dopo il Napoli crolla contro la Fiorentina sotto i colpi del Cholito Simeone.

Un altro argentino, figlio di quel Cholo Simeone che nel Duemila soffiò uno scudetto clamoroso alla Signora. Ma il tango letale è quello che ballano Dybala e Higuain. La Joya e il Pipita colgono l'attimo a differenza di Milik. Due volte il polacco si è trovato nella stessa identica situazione dei due bianconeri, nel finale di due partite che potevano essere e non sono state: in casa del Sassuolo colpisce la traversa e il Napoli non mette pressione alla Juve che pochi minuti dopo avrebbe affrontato il Milan; poi il centravanti polacco a San Siro contro i rossoneri si fa ipnotizzare da Donnarumma e i bianconeri subito dopo vanno in campo contro la Sampdoria per allungare ulteriormente il vantaggio. E non sbagliano.

Nell'emozionante testa a testa tra Juventus e Napoli è evidente che l'ascensore o la porta della metropolitana si siano sempre aperti al momento giusto per la Signora che ha poi scritto il settimo film consecutivo

da scudetto. Dybala e Higuain, i due attori al posto giusto nel momento giusto. Non è solo fortuna ma anche il valore aggiunto dei campioni che sanno sempre quando fare la differenza. La Joya e il Pipita, gli spaccanapoli.

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