Il poster di Vale in camera di Marquez? Buttato. La foto insieme? Dimenticata. I sorrisi reciproci? Più o meno finiti. Punto.
Anche se in coro dicono «tutto chiarito, nulla cambia fra noi», siamo invece alla fine di un amore. Di una simpatia. Fine di un qualcosa che pareva addirittura anomalo nel crudele mondo dei motori: l'amicizia condita di buoni sentimenti. Un vecchio adagio del motomondo insegna infatti che non c'è spazio in pista per i buoni d'animo. Non esiste che un bonaccione abbia voglia di correre a trecento all'ora e per di più infilare un altro bonaccione che corre alla medesima velocità e per farlo metta in gioco la propria vita e le proprie ossa.
Vale e Marco ci hanno lasciato volutamente illudere che un festival dei buoni sentimenti ammantasse la loro rivalità, ma il giochetto, che piaceva più a noi che a loro, ha retto giusto il tempo necessario perché i due entrassero davvero in rotta di collisione. In tutti i sensi: fisica come in Argentina due settimane fa, metaforica in chiave lotta per il campionato. Trenta punti li separano oggi in classifica, a Jerez de La Frontera, teatro spagnolo del motomondiale che per fortuna ha visto recitare spesso e bene il Vale Rossi, cinque le vittorie, record assoluto. Trenta punti tra Vale primo e Marco quinto, che sono molti ma anche niente se ti separano da Marco e in mezzo ci sono altri due italiani indiavolati come i due Andrea della Ducati, il Dovi e Iannone.
In attesa però che la Rossa diventi realtà stabile, anche domenica il duello vero sarà l'altro, quello fra due fuoriclasse che solo le banalizzazioni mediatiche hanno descritto come amici: perché uno aveva ancora il pannolone quando l'altro già vinceva nel mondiale ed era nelle cose che il vecchio diventasse l'esempio e il mito da seguire per il giovane. Però non l'amico. Contraddizione in termini in questo sport. È bastato attendere che Vale non lottasse più solo per qualche podio o vittoria di tappa ma per il titolo, perché tutto venisse a galla. Ieri hanno scherzato, massì, «forse ci daremo qualche bacio in meno...» ha detto il Vale. Massì, «sono cose che succedono in gara, sia io sia Rossi abbiamo capito cosa è successo...» ha detto il Marquez. Per la verità, il Vale ha detto di più. Per esempio che con «Biaggi non avevo un buon rapporto per cui la lotta in pista non aveva cambiato le cose...», per esempio che «con Gibernau eravamo amici ma poi giocò sporco...» e il resto lo conosciamo tutti quanti. Per esempio che «quando si lotta uno contro l'altro è difficile parlare di amicizia, ma con Marc c'è rispetto... come con tutti gli altri».
E in quel «come tutti gli altri» c'è la certificazione della fine di qualcosa che forse non era mai iniziato.
Per cui piantiamola con la favoletta buonista dei due amici o con la storiella del mito preso come esempio da seguire per Marc e dell'erede da svezzare per Vale. I due si vogliono battere a vicenda. Nel caso, anche abbattere. Con rispetto, s'intende.TV: dir. su Sky domani pole alle 14,10, domenica Gp alle 14 (diff. 3 ore su Cielo)
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