Su una cosa Garcia e Guardiola erano sulla stessa lunghezza d'onda alla vigilia: non si sarebbe ripetuta la serata di due settimane fa. In effetti il Bayern si «accontenta» di un 2-0 (un deja vu delle due precedenti partite giocate in Germania contro la Roma, Coppa Coppe 1984/85 e Champions 2010/11) che gli regala primo posto nel girone e passaggio agli ottavi. La Roma invece fa anche meno della notte da incubo dell'Olimpico: un tiro in porta sui titoli di coda, un atteggiamento per niente coraggioso ma assolutamente rinunciatario. Tra i bavaresi e i giallorossi resta un abisso, ma la sensazione è che questa partita sia stata solo un fastidio per Garcia e i suoi. Per di più la clamorosa vittoria del Cska a Manchester rimette in gioco i russi e rende decisiva la trasferta della Roma a Mosca del 25 novembre.
La notte del 21 ottobre è una ferita ancora aperta e il secondo round della sfida con il Bayern è naturalmente condizionato dal risultato schiacciante del primo. Garcia sceglie così una squadra che non è diversa nel modulo (il 4-3-3), ma negli interpreti che non rendono sicuramente la squadra così offensiva. Lasciar fuori contemporaneamente De Sanctis, Pjanic, Totti e Gervinho se non è un segno di resa agli avversari, poco ci manca. «Non siamo così stupidi, contro squadre fortissime bisogna adattarsi», una delle frasi più significative del condottiero di Nemours alla vigilia. E le scelte sono la cartina tornasole della prudenza espressa a parole e poi manifestata in campo dal tecnico giallorosso.
La quarta occasione stagionale concessa al giovane portiere polacco Skorupski (già in campo a Manchester, ma allora De Sanctis era infortunato) dà quasi l'idea di un inizio di passaggio di consegne con l'ex estremo difensore di Napoli e Udinese, che magari potrebbe avvenire al termine della stagione. In realtà Garcia intende rinunciare alla circolazione di palla dei difensori, facendo rilanciare l'azione dal portiere 23enne (De Sanctis risentiva infatti di un piccolo problema muscolare). Ma è la maglia da titolare affidata a Florenzi, giocatore duttile e bravo nella doppia fase di gioco, a far capire che partita giocherà la Roma.
I primi 45 minuti dell'Olimpico restano un lontano ricordo. La Roma subisce il possesso palla dei bavaresi ma senza rischiare più di tanto e costringendo a lungo gli avversari a concludere da fuori area. La squadra di Garcia crea anche un'occasione con Destro, chiuso da Bernat. Poi è solo Bayern con una supremazia territoriale - i giallorossi sono spesso racchiusi in un fazzoletto della propria metà campo e senza Robben (fermato in hotel da un problema intestinale) e Müller la manovra dei tedeschi è meno veloce - che diventa efficace quando l'incontenibile Alaba serve un pallone di ritorno in mezzo all'area a Ribery. Il francese, dimenticato da Torosidis e dai centrocampisti, piazza un destro millimetrico che bacia il palo e si insacca.
Il cambio dell'evanescente Holebas con Cole permette all'ex Chelsea di salire a 108 presenze in Champions, ma non a mutare il volto della partita. Anzi, il Bayern sembra ancora più insidioso del primo tempo: Götze e Lewandowski alzano il ritmo nella trequarti giallorossa e saranno i due ex calciatori del Borussia Dortmund a confezionare il gol del 2-0. Per Götze nono gol stagionale e giusto premio per una grande ripresa. Poco prima Garcia aveva perso Florenzi (distorsione alla caviglia) e aveva inserito Pjanic, atteso tra i titolari alla vigilia e invece messo in campo a pratica quasi archiviata.
L'ingresso nel finale di Gervinho per un Iturbe sempre più oggetto misterioso consente alla Roma di arrivare finalmente dalle parti di Neuer, che timbra il cartellino volando sulla conclusione dal limite di Nainggolan. Game over di una doppia sfida mai iniziata.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.