Silvio Berlusconi continua a soffrire per il suo vecchio e caro Milan e incoraggia Rino Gattuso offrendogli qualche consiglio per migliorare la resa della sua attuale squadra. Specie in materia di gol, che è poi il deficit più vistoso. Nell'intervista concessa ieri a Mediaset Premium l'ex presidente rossonero, come egli stesso si definisce a sottolineare l'impossibilità di tornare indietro, è un fiume in piena: «Sento un forte dolore e soffro a tal punto che non riesco a vedere le partite fino alla fine» è la prima confessione che apre la strada a una lunga riflessione sulle scelte tecniche effettuate l'estate scorsa. «Non sono d'accordo sull'arrivo di alcuni calciatori ma soprattutto sul modulo utilizzato: con una sola punta non si va da nessuna parte», è la stroncatura del sistema di gioco utilizzato da Montella già nella scorsa stagione. Al Milan attuale attribuisce invece la presenza di soli tre fuoriclasse, «Donnarumma, Suso e Bonaventura». L'inciso è diventato sui social la bocciatura indiretta di Leonardo Bonucci. Non è proprio così: Berlusconi si è riferito agli esponenti del Milan che da più tempo conosce.
Che Montella non abbia mai riscosso le simpatie del presidente del Milan non è un mistero. «Ho sempre visto che con Suso e Bonaventura relegati sugli esterni si è arrivati a non fare un tiro in porta durante una frazione di gioco» la critica che porta alla sua idea di gioco più volte espressa allo stesso Vincenzo in epoca non sospetta e dal tecnico napoletano respinta al mittente. «Servono due punte, una di queste è Suso, con Bonaventura trequartista: Jack non è di molto inferiore a Kakà», la convinzione di Berlusconi.
«Con Sacchi i terzini erano le ali, anche Ancelotti e Capello sono d'accordo con questa impostazione: spero che questa volta il mio consiglio venga ascoltato visto che grazie a questo sistema di gioco sono diventato il presidente più vincente», la chiosa.
Il finale è dedicato a Kakà e alla notizia del possibile ritorno del brasiliano a casa Milan: «Mi piacerebbe molto così come mi piacerebbero tante cose, per esempio vedere al Milan certi giocatori all'altezza di quelli di prima».
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