Ultim'ora
Tre minori allontanati dalle famiglie, portati in un luogo sicuro
Ultim'ora
Tre minori allontanati dalle famiglie, portati in un luogo sicuro

"Chi vuol vedere le cadute vada al circo"

Alex De Angelis, il pilota miracolato un mese fa: "Certe provocazioni lasciatele al calcio. Qui in pista si rischia la vita"

"Chi vuol vedere le cadute vada al circo"

nostro inviato a Valencia

Lo guardi mentre con gli occhi color del mare calmo ti guarda e pensi sia un miracolo. Nemmeno un mese fa se ne stava coperto a terra con il cuore in blocco, i medici che provavano a rianimarlo nascosti dietro ai teli bianchi a bordo pista e ora è qui. «Non sono venuto per vedere la gara del secolo - prova a scherzare -. Ma per far vedere a tutti il recupero del secolo».

A Motegi, il 10 ottobre, durante le libere, Alex De Angelis in sella alla sua Ioda Racing ha visto la morte in faccia cadendo in rettilineo e finendo contro un muro. Sei vertebre rotte, midollo graziato per un niente. Trauma intracranico, emorragia cerebrale, giorni e giorni in coma indotto. Per cui lui più di tutti può dire due cose a quel mondo di tifosi calcistici che l'enorme notorietà di Valentino ha in queste due settimane dirottato sul motomondiale. Il popolo non solo social degli #escilo, dei #cadilo.

Come stai, Alex?

«Decisamente meglio di quanto si potesse pensare. E mi fa effetto... qui la gente mi incrocia e non ci crede».

E tu ci credi a questo motomondiale in cui tutti litigano.

«Sembra un campionato impazzito».

E più che un Gp sembra una partita di calcio.

«Sì, quelle frasi sui social o certi ragionamenti appartengono al calcio. Non a noi. A quelle persone vorrei dire solo che il nostro sport è bello da sempre perché si può tifare per questo o quello e sedersi insieme in tribuna. Fateci caso: anche dopo la bandiera a scacchi ci diamo sempre la mano...».

Vi davate.

«Vero. Ma è soprattutto il pensiero che i tifosi non possano stare vicini che mi fa piangere il cuore. E' assurdo».

Hanno raddoppiato la polizia.

«Giusto. E speriamo che non succeda nulla».

Colpa di come è stata gestita l'intera vicenda?

«Non solo. La gente, il tifo, i social sono tutti incontrollabili. Credo piuttosto sia mancato a fine gara un chiarimento fra Marquez e Vale. Magari unabbraccio».

Come le scazzottate in pista ai tempi di Rainey e Schwantz che finivano in birre dopo cena.

«Proprio così. Parolacce e poi sorrisi. Però mi auguro che questo possa ancora accadere domani a fine gara.».

E ai tifosi agitati...

«A loro dico ehi ragazzi, qui non c'è un pallone da tirare, qui noi non rischiamo un naso gonfio o un ginocchio rotto, noi rischiamo la vita. E quindi #cadilo o #escilo non esistono. Il tifoso delle moto deve augurare il meglio al proprio pilota. E nelle moto il meglio è vincere stando davanti all'altro. Il tifoso vero vuole vedere i rivali del suo idolo battuti. Non caduti. Altrimenti vada al circo».

Per cui sono tifosi che dobbiamo #uscirli da questo sport.

«Meglio sarebbe dirgli #stateci... Appassionandovi e capendolo».BCLuc

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica