Ciccone, il ragazzo che ama le sfide resta in giallo

Giulio mantiene la maglia di leader. Viviani solo sesto nella volata vinta da Groenewegen

Ciccone, il ragazzo che ama le sfide resta in giallo

Chalon-Sur-Saône In una tappa da sonno, il nostro Giulio Ciccone continua a sognare in giallo. Pronti a gonfiare il petto per una probabile vittoria del nostro Elia Viviani, i sogni di tappa e maglia si sgonfiano come una gomma di bicicletta proprio sul più bello. «Dopo l'ultima curva mi sono alzato per partire e la ruota anteriore ha cominciato a scivolare e mi sono accorto di non poter forzare - ha spiegato il veronese oro di Rio -. Subito dopo il traguardo l'abbiamo controllata e ci siamo accorti che era forata». Fine delle trasmissioni e vittoria per l'olandese Dylan Groenewegen (quarto Colbrelli).

Continua invece il sogno di Ciccone, che ieri ha vissuto la sua prima, lunga e interminabile giornata in giallo. «Quella di oggi per me è stata davvero un'emozione speciale - ha spiegato l'abruzzese della Trek Segafredo, che ha prolungato il contratto fino al 2021 -. Ma che fatica tenere d'occhio Alaphilippe... Se riuscirò a tenere la maglia anche domani? (oggi per chi legge). Sarà difficilissimo, ma io ce la metterò tutta».

Giulio sa che non sarà facile. Oggi lo aspettano 200 km: dal Mâcon a Saint-Etienne, senza un metro di pianura e ben sette gran premi della montagna da affrontare, e un finale che sorride maledettamente al francesino, che è lì in agguato a soli 6 secondi. È nato in cima a una salita della contrada Mulino, del paese Brecciarola, del comune di Chieti, Giulio. E non teme le tappe come questa. «Se ho scelto di fare il ciclista è perché amo le sfide», assicura cattivo.

A otto anni la prima corsa, a Manoppello, «ed è un miracolo se non ci abbia lasciato la pelle - racconta ancora divertito il geco d'Abruzzo -. Davanti a me improvvisamente cadono, e io per evitare il mucchio, mi infilo tra il muro e un palo». Per il ciclismo ha messo in un angolo il gioco del calcio. Ha conseguito il diploma di geometra e ha scelto il ciclismo. I campioni del cuore? Uno su tutti: Marco Pantani. «Le salite, gli attacchi, la solitudine: attraverso lui, ho assaporato la felicità. Attraverso lui, adesso, mi ispiro e la inseguo anch'io». Poi Rodriguez, Valverde e Nibali, che il prossimo anno troverà alla Trek Segafredo. «Vincenzo è un punto di riferimento per tutti. Per me è esempio e modello».

È un ragazzo sensibile e di grande cuore, Giulio. Un cuore che ad un certo punto (2016), ha cominciato a fare le bizze. Due gli interventi di ablazione che interrompono il suo percorso di crescita.

«Soffrivo di tachicardie - spiega la maglia gialla - mi sono sottoposto a due interventi non invasivi al Monzino di Milano. Sarò sempre grato al professor Tondo che mi ha operato», chiosa. Domani è il 14 luglio: festa dei francesi. Alaphilippe vuol fargli già la festa oggi. Giulio è pronto a rispondergli con l'ennesimo scherzo.

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