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Il ciclismo esce dal virus. La pazza Strade Bianche per non bucare la ripresa

Domani la prima gara italiana con la classica del Nord più a sud. Nibali: "Giusto ripartire"

Il ciclismo esce dal virus. La pazza Strade Bianche per non bucare la ripresa

Domani si torna a pedalare, sul serio e sotto il sole cocente di agosto oltre che tra la polvere. Tanta polvere, perché la ripartenza avverrà sulle strade secondarie e silenziose della terra di Siena. Strade terrestri e ciclopionieristiche. Strade minerali, semplici e lente. Strade contadine, quindi aride e polverose: la Strade Bianche. La classica del nord più a sud del mondo.

Domani si tornare a fare sul serio, dopo mesi di attesa a mulinare sui rulli davanti ad uno schermo e un paesaggio virtuale, ma da domani Nibali, Sagan e compagnia lo faranno per davvero nella corsa più giovane che porta con sé qualcosa di antico e di eterno: il fascino dell'impresa, dell'ignoto e dell'imprevisto, tutti ingredienti questi che vanno a braccetto con il periodo fosco e incerto che stiamo vedendo.

Ci vuole coraggio da vendere per correre la Strade Bianche, ma ci vuole anche quel pizzico di incoscienza per rimettere in moto una macchina organizzativa complessa come quella del ciclismo e Rcs Sport, l'ente che organizza anche Sanremo, Lombardia e Giro d'Italia, ne sa qualcosa, visti i problemi che deve e dovrà affrontare da qui ad ottobre, quando dovrà andare in scena la corsa rosa.

Della Sanremo sappiamo: cambio di percorso (pochissima Liguria, solo 41 km finali del vecchio tracciato, ndr) e di programma dopo 110 anni di storia. A fare storie 13 sindaci del savonese. È di ieri invece la presa di posizione del sindaco di San Lorenzo al Mare Paolo Tornatore, il quale ha deciso di vietare la presenza e la sosta di pubblico lungo tutto il tratto di strada. Più intransigente Elio Di Placido, sindaco di Santo Stefano al Mare, che ha addirittura negato il transito della gara, passando di fatto la palla al prefetto di Imperia.

Palla al centro invece per il Giro d'Italia della rinascita e della speranza, nel senso che si spera si possa correre ad ottobre (dal 3 al 25). Ieri è stato presentato sui social: 3 cronometro individuali (per un totale di 64,7 km), 6 tappe di bassa difficoltà adatte ai velocisti, 6 di media difficoltà e 6 di alta difficoltà caratterizzeranno il percorso dell'edizione 103 del Giro d'Italia. Saranno 7 gli arrivi in salita. Frazione conclusiva, con una prova contro il tempo, da Cernusco sul Naviglio a Milano che per la 78esima volta ospiterà l'ultima tappa. La Cima Coppi sarà lo Stelvio con i suoi 2.758 metri (a ottobre la corsa riuscirà ad arrivare fin su in cima?). La partenza dalla Sicilia, con una cronometro di 15 chilometri, da Monreale a Palermo, che assegnerà la prima maglia rosa.

Ci vuole coraggio e pazienza per rimettersi in moto, per provare a tornare alla normalità, anche nel ciclismo, con una corsa che di normale non ha assolutamente nulla, perché è nella sua follia la bellezza della Strade Bianche, vinta una sola volta da un corridore italiano: Moreno Moser, nel 2013, ma conquistata per tre volte dallo svizzero Fabian Cancellara, che detiene il record.

Percorso invariato: sono undici i tratti sterrati, per un totale di 63 chilometri di fuoristrada. Nel complesso saranno 184 i chilometri che caratterizzeranno la corsa. Il via verrà dato dal Villaggio di partenza di Siena, mentre l'arrivo sarà in Piazza del Campo.

Corsa vera e spettacolare, già dura di per sé, ma quest'anno probabilmente al limite della sopportazione per via del gran caldo che i corridori saranno costretti ad affrontare. Al via il campione uscente Julian Alaphilippe, poi Michal Kwiatkowski, Zdenek Stybar, Philippe Gilbert e Tiesj Benoot, tutti vincitori della corsa almeno una volta. Ma occhi puntati anche sull'oro di Rio Greg Van Avermaet, il tre volte campione del mondo Peter Sagan, Jakob Fuglsang, Wout Van Aert, ma anche Mathieu Van Der Poel.

Con loro anche il nostro Vincenzo Nibali. «È giusto ricominciare - dice il siciliano -. Come mi sento? Bene, ma fino a quando non hai il riscontro della gara ogni discorso è privo di significato. Corro la Strade Bianche perché è una corsa che mi piace parecchio, anche se non ho mai ottenuto grandi risultati. Che corse saranno? Difficile dirlo, cambia tutto. Il caldo, i chilometri, la distanza... Con il caldo si beve molto di più, e i rifornimenti, a causa delle limitazioni per del Covid, saranno più complicati da gestire.

Insomma, sarà tutto diverso, esattamente come questo strano anno che ha scompaginato tutto».

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