Il ciclismo piange Sercu, era il Merckx della pista

Era considerato il re dei pistard. Campione olimpico nel 1964, aveva vinto 88 Sei Giorni

Il ciclismo piange Sercu, era il Merckx della pista

Era considerato l'Eddy Merckx delle Sei Giorni, e proprio con il Cannibale ha cominciato la sua preziosa collezione di vittorie. Patrick Sercu si è spento ieri all'età di 74 anni dopo una lunga malattia. Era considerato da tutti il più grande pistard della storia, un vero signore degli anelli e delle Sei Giorni, con al suo attivo la bellezza di 88 vittorie (su 223 Sei Giorni disputate, ndr), ma anche in strada è stato capace di portare a casa oltre 60 vittorie, con 6 tappe al Tour e 13 al Giro d'Italia, oltre alla maglia verde della classifica a punti alla Grande Boucle.

Patrick Sercu era stato letteralmente messo in pista da suo padre Albert, anch'egli corridore, «perché temeva che mi sarei abbattuto troppo in fretta nelle corse su strada», amava raccontare il campione belga. Così a 19 anni è diventato campione del mondo della velocità tra i dilettanti e un anno più tardi si è laureato campione olimpico a Tokyo nel chilometro. Passato professionista, tra il 1965 e il 1969 ha conquistato altri due ori e due argenti ai Mondiali della velocità, dando vita ad uno straordinario duello con l'italiano Beghetto.

In coppia con Eddy Merckx ha vinto la prima Sei giorni nel 1965 a Gand. «È colpa di Merckx se non sono state di più» soleva ripetere tra il serio e il faceto il fuoriclasse belga, convinto che con una spalla come Eddy il bottino sarebbe stato molto più ricco.

«Con lui ho sempre avuto un feeling particolare - ricorda

Silvio Martinello, grande pistard e oggi opinionista Rai - e i suoi consigli, pochi ma preziosi, per me sono sempre stati un caposaldo della mia carriera. È stato un grandissimo corridore, ma soprattutto una persona squisita».

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