Cinquina da scudetto Con super Perisic c'è l'Inter al potere

Tripletta del croato, solito timbro di Icardi Spalletti sfida la Juve: «Al momento giusto»

Cinquina da scudetto Con super Perisic c'è l'Inter al potere

La prima alla Scala arriva con qualche giorno di anticipo rispetto a Sant'Ambrogio. E sono applausi a scena aperta per la più bella Inter della stagione che lascia a bocca aperta gli oltre cinquantatremila di San Siro. Spazzato via il Chievo con un pokerissimo che regala il primato solitario ai nerazzurri dopo quasi due anni, tanti ne sono passati da quella vittoria di Empoli firmata da Mauro Icardi, nel 2016 il giorno della Befana. Stavolta il mattatore è Perisic che fa tris. Comunque il capitano timbra ancora il tabellino entrando nella top ten dei marcatori interisti a quota 94 come Mario Corso.

Così, cento domeniche dopo l'ultima volta, l'Inter è di nuovo capolista da sola. Dopo aver fatto le prove andando quattro volte a nanna in vetta, stavolta i nerazzurri fanno le cose in grande. E così sabato sera si presenteranno dalla Signora da primi della classe, come non era mai successo da quando la Juventus ha la sua casa. «Non è una partita scudetto», così Luciano Spalletti prova a buttare acqua sul fuoco nel ribollente (di entusiasmo) ambiente interista. Ma dura poco: «Andiamo per vincere, siamo nel momento migliore per farlo. Vediamo chi ne ha di più». Dai social alle parole, ormai Spalletti sa come toccare le corde dei suoi. L'ha rivelato Perisic con in mano il pallone della tripletta: «Lui è stato importantissimo per farmi restare».

Perché l'Inter è sbocciata quando meno te lo aspettavi, non tanto per il primo vero grande freddo. Per la prima volta bisognava ricorrere massicciamente a chi aveva giocato meno: Ranocchia, Brozovic e Joao Mario. La risposta è stata importante a conferma che i nerazzurri sono diventati squadra: il noi anteposto all'io. Sempre e comunque. E Spalletti precisa: «Non ho mai bocciato nessuno». Continuando nell'esaltazione del gruppo, concetto riproposto da Steven Zhang postando sui social una foto della squadra: «Questa è l'Inter. Ognuno di loro. Ora manteniamo la calma e andiamo avanti lavorando duramente».

Più dei cinque gol, Spalletti avrà gongolato nel vedere i nerazzurri andare a pressare nel finale, avanti di quattro gol. San Siro a quel punto cantava già da mezz'ora alla Juventus: «Stiamo arrivando». Ed è un arrivare importante perché contro il Chievo l'Inter è anche bella da vedere, dopo aver passato settimane a dire che giocava male ed era fortunata. Ieri è stata praticamente perfetta: la difesa non ha concesso gol per la settima volta, l'attacco ha segnato più di tre reti per la prima volta. Una prestazione piena di cose buone: dagli automatismi sempre più oliati al mutuo soccorso che coinvolge tutti i nerazzurri.

Il Chievo praticamente annichilito davanti alla coppia dei sogni interisti: Icardi-Perisic, ventitrè gol in due. Implacabili e sono due che hanno nella Juventus una delle loro vittime preferite. Appena hanno sentito avvicinarsi il rumore dei nemici, hanno pensato bene di scaldarsi. Con due così, impossibile avere paura e Spalletti avverte: «La classifica è tale che sarei sorpreso se i miei giocatori avessero timore».

Anche la storia aiuta a non stappare spumante (ieri solo per il compleanno del team manager Pinna): l'anno scorso dopo i sette gol all'Atalanta i nerazzurri praticamente si fermarono. Ma adesso è un'altra Inter: la prima della classe non ha paura di nessuno.

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