Antonio Cassano ha rilasciato una lunga e completa confessione alla Gazzetta della Sport, ed ha parlato davvero di tutto, partendo però dalla Nazionale: "Da uno a dieci oggi sono felice mille anche senza calcio ma con il calcio lo sarei diecimila. Mi manca tanto il mio lavoro e aspetto di ricominciare a farlo: per ora ho avuto proposte da Olympiakos Atene, Sporting Lisbona e Atletico Mineiro, ma spero ancora in una chiamata dall’Italia per giocare ancora in Nazionale. È come tentare l’impossibile, dunque perlomeno devo fare la scelta migliore".
Fantantonio è poi passato a parlare del suo idolo, Messi: "In principio è stato Maradona, poi ci fu Totti, e infatti scelsi la Roma perché c’era lui. E poi arrivò l’illuminazione, dieci anni fa. Non mi emoziono facilmente per i colpi degli altri, ma Messi non mi stufo mai di guardarlo, perché ogni volta fa qualcosa di diverso. Potevo incrociarlo già quando ero a Madrid, stavo perandare a conoscerlo ma poi mi vergognai. Trovai il coraggio di parlargli solo nel 2011, prima di Barcellona-Milan 2-2: gli andai incontro e gli dissi solo 'A livello di calcio, sei sopra Dio'. Lui rise e mi abbracciò, io pensai che mettere insieme il mio destro e il suo sinistro non sarebbe male, anche se fra i due piedi non esiste il paragone. Messi è meglio anche di Maradona: fa quello che faceva Diego ma con tre-quattro marce in più, gioca a livelli stratosferici da dieci anni e ha vinto molto di più. E non dite che vince tanto grazie al Barcellona: col cavolo che il Barcellona avrebbe vinto così tanto senza di lui".
Infine, il campione barese ha ringraziato la moglie Carolina: "Sono stato malato di sesso. Carolina è stata anche la mia dottoressa, perché mi ha fatto guarire. – conclude nella sua lunga intervista a "La Gazzetta dello Sport" – Prima stavo più o meno con tutte."La donna perfetta per me. Che fosse lei l’ho capito quando mi ha fatto aspettare un mese e mezzo prima di darmi un bacio 'a stampo', ma forse non me l’aveva ancora dato e avevo già capito che con lei avrei fatto dei figli, e non voglio fermarmi qui.
Io non piango molto ed è più facile che lo faccia di gioia, ma quando è morto il presidente Garrone l’ho fatto con il cuore: quel giorno che l’ho insultato sì che avevo preso una cattiva strada, anche se per un minuto solo".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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