Roma Se c'è una competizione a misura della Lazio, quella è la Coppa Italia. Negli anni dispari dal 2009 a oggi, fatta eccezione per il 2011, la truppa biancoceleste ha sempre raggiunto la finale in questo torneo. Dunque, cinque degli ultimi undici atti conclusivi della coppa nostrana hanno visto la Lazio protagonista: in attesa della sfida del 15 maggio il bilancio è di due successi (nel 2009 contro la Samp con Delio Rossi in panchina, nel 2013 contro la Roma, tecnico il serbo Petkovic) e altrettante sconfitte contro la Juve, Pioli e Simone Inzaghi gli allenatori, quest'ultimo alla terza finale (con quella di Supercoppa 2017, peraltro vinta) conquistata.
Allargando poi l'orizzonte dal 1998 in poi, le finali di Coppa Italia della Lazio sono state sette, di cui cinque vinte. Nessuno meglio dei biancocelesti, nemmeno la superJuventus che ha conquistato il poker nelle ultime quattro edizioni dal 2014 al 2018 dopo un digiuno di successi che durava dal 1995. Il trofeo di casa nostra è così da tempo l'ancora di salvezza del club di Lotito, che aveva come obiettivo principale il quarto posto in classifica (perso nell'ultimo campionato nell'atto finale con l'Inter) ma non aveva di fatto un organico all'altezza di altre rivali. La matematica non condanna per ora la squadra di Inzaghi, ma a meno di un crollo delle avversarie è più realistico pensare a un piazzamento per l'Europa League. Che arriverebbe comunque alzando il trofeo all'Olimpico fra venti giorni.
Nel giro di quattro giorni, la Lazio è passata dal punto più basso della stagione (ko interno con il Chievo) al colpo a San Siro. Stadio «talismano» dei biancocelesti in questa stagione: quattro apparizioni, tre vittorie di cui le due in Coppa Italia con le milanesi, evento mai accaduto nella storia biancoceleste. Che nell'annata ha patito la scarsa vena realizzativa di Ciro Immobile: appena 18 reti in 40 apparizioni, meno della metà della scorsa stagione (al 26 aprile 2018 erano già 40) e -5 rispetto allo stesso periodo del 2017, alla prima annata con la maglia della Lazio. «Non posso fare 40 gol ogni anno, altrimenti sarei da Pallone d'Oro...», ha scherzato nella pancia di San Siro l'attaccante campano. Che in compenso ha fornito 11 assist ai compagni di squadra, contro i 10 e i 3 delle precedenti stagioni.
L'alternanza di risultati, il rendimento al di sotto delle attese - forse per le trattative di mercato della scorsa estate - di Luis Alberto e Milinkovic-Savic (di nuovo fermo ai box, spera di recuperare per la finale del 15 maggio) e qualche scelta sbagliata di Inzaghi (Badelj, uno degli acquisti estivi, è stato utilizzato forse troppo poco dal tecnico anche in periodi di emergenza) hanno condizionato la stagione laziale.
Basta vedere i 12 punti conquistati in campionato, la terza squadra per differenza in negativo dopo Napoli (-14) e Chievo (-17). Non resta che la Coppa, diventata il torneo con il quale la Lazio ha un feeling particolare.
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