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Coppe europee a rischio per le squadre italiane: ecco perché

Se il nuovo protocollo Asl per la Serie A prevede il rinvio di una gara con 9 positivi in squadra, lo stesso non vale per le Coppe europee: ecco cosa cambia e i rischi per le italiane

Coppe europee a rischio per le squadre italiane: ecco perché

Tra Serie A e Coppe europee si rischia il caos: il protocollo anti-Covid che è stato approvato pochi giorni fa tra Figc e governo non vale anche quando le nostre squadre scenderanno in campo in Europa. E a breve sarà nuovamente tempo di Champions, Europa League e Conference League.

Come funziona in Italia

Se fino al 2021 le Asl si comportavano in maniera diversa da Regione a Regione bloccando (o meno) in modo praticamente arbitrario le società con un certo numero di positivi al Covid (non meglio precisato), da questo punto di vista sono stati fatti enormi passi avanti: in Serie A si potrà procedere al rinvio di una gara quando risulta positivo il 35% di una squadra la cui rosa è composta da 25 giocatori, ossia quando si hanno 9 positivi tra i calciatori.

Qual è il regomento Uefa

In Europa, però, non funziona come in Italia: il massimo organo, la Uefa, non riconosce il protocollo nostrano da poco approvato tra Asl, governo e Federazione Italiana Gioco Calcio. In casa loro, comandano loro. Il regolamento, infatti, prevede che se si hanno a disposizione 13 calciatori, la gara si gioca. In pratica, gli 11 titolari di partenza e soltanto due panchinari: a queste condizioni si potrà giocare. Chi si dovesse rifiutare, perderebbe automaticamente 3-0 a tavolino come già accaduto al Tottenham di Antonio Conte, escluso dalla Conference Leauge con la vittoria assegnata ai francesi del Rennes. La società inglese non era scesa in campo a causa di un focolaio Covid ma, dal momento che 13 giocatori erano potenzialmente disponibili, la Uefa ha disposto la sconfitta a tavolino.

Cosa rischiano le italiane

Adesso, il nuovo protocollo prevede che le Asl possano bloccare la partenza di squadre quali Juve, Inter, Atalanta, Napoli, Lazio e Roma se in squadra sono presenti i famosi 9 casi, su un organico di 25, di cui si parlava prima. La matematica ci dice, però, che 16 calciatori sarebbero disponibili a scendere in campo, rientrando pienamente in quanto stabilito dal massimo organo europeo (l'importante che ce ne siano 13). A quel punto che si farà? Le Asl lasceranno comunque partire le squadre o le italiane rischiano raffiche di 3-0 a tavolino? Ricordiamo che il protocollo vale per il territorio nazionale, per le gare di Serie A. Ecco perché, in questo modo, si potrebbe scatenare il caos tra società, Asl, Uefa, Figc, ecc.

Chi si prenderebbe la responsabilità di bloccare le società facendo perdere a tavolino le gare delle Coppe europee che valgono anche parecchi soldi? Speriamo di non dover trovarci di fronte a questo bivio ma, vista l'avanzata di Omicron, l'ipotesi è tutt'altro che remota.

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