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"Così gli è esploso il cuore...". Il racconto choc sulla morte di Maradona

La testimonianza giudiziaria di Matias Morla, ex avvocato di Maradona, svela nuovi dettagli sulla morte dell'argentino

"Così gli è esploso il cuore...". Il racconto choc sulla morte di Maradona

"Diego Armando Maradona è stato curato in maniera pessima, ecco perché è morto". È l'accusa lanciata da Matias Morla, ex avvocato del Pibe de Oro, parlando ai media dopo aver testimoniato presso la Procura Generale di San Isidro che indaga sulla morte del campione argentino.

A quasi un anno da quel fatidico 25 novembre 2020, prosegue senza pause l'inchiesta sulla morte dell'ex numero dieci del Napoli. Nelle scorse ore è stato ascoltato Matias Morla, l'ex avvocato di Maradona, che ha parlato per circa 3 ore in udienza davanti ai giudici di Buenos Aires. Nello specifico il legale ha parlato dell'ultima volta che ha incontrato il suo ormai ex assistito, alimentando ulteriori ombre su quanto accaduto negli ultimi giorni di vita della leggenda argentina.

Era il 16 novembre 2020, appena nove giorni prima della sua morte all'età di 60 anni quando Morla andò a trovarlo a casa. "Aveva una voce molto strana. Robotica, molto acuta e intermittente. Non sembrava la sua. Ho informato tutti quelli con cui parlavo dello stato in cui si trovava Diego. La sua condizione di salute è stata chiaramente sottovalutata", assicura l'avvocato.

"Indubbiamente il trattamento che i medici hanno adottato era quello sbagliato perché Diego è morto", ha proseguito. Poi la terribile fine: "Ci sono stati troppi errori, è per questo che Diego è morto, si è gonfiato e gonfiato, poverino, fino a quando il suo cuore è esploso". Inoltre il legale ha attaccato la decisione della famiglia di curare Maradona a casa: "Era pazzesco perché secondo la prescrizione medica Diego non poteva lasciare la clinica".

Il punto sull'inchiesta

Per la morte di Maradona è stato aperto un procedimento da parte della magistratura argentina. Potrebbero rischiare dagli 8 ai 25 anni di carcere, se ritenute colpevoli, le sette persone che al momento sono accusate di omicidio volontario, dopo la modifica dell'imputazione da parte degli inquirenti. Si tratta del medico Leopoldo Luque, gli infermieri Ricardo Omar Almirón e Dahiana Gisela Madrid, il coordinatore Mariano Perroni, Nancy Forlini la dottoressa che ha stabilito il ricovero, lo psicologo Carlos Ángel Díaz, la psichiatra Agustina Cosachov.

Fondamentale sarà accertare cosa è accaduto precisamente nei giorni che hanno preceduto il decesso, e nello specifico come si sono comportati i medici che seguivano Maradona durante la convalescenza in una residenza privata. A questo proposito la commissione medica di 20 esperti ha stabilito che Diego è rimasto in stato agonizzante per ore ed "è stato abbandonato al suo destino", mentre ha stimato che l'équipe medica guidata da Luque ha applicato un trattamento "inadeguato, carente e avventato".

Come noto l'argentino soffriva di problemi ai reni e di insufficienza cardiaca, di deterioramento neurologico e dipendenza da alcol e psicotropi ed è morto per una crisi cardiaca, due settimane dopo un'operazione alla testa. Tuttavia aumenta sempre di più il terribile sospetto che la sua morte poteva essere evitata.

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