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Crisi Real, l'ombra di Mourinho su Zidane

Lo Special One in pole position per la panchina merengues se salta Zizou

Crisi Real, l'ombra di Mourinho su Zidane

Zidane ha smarrito l'aura dell'intoccabile e del salvatore della patria. Se domenica il Real Madrid dovesse perdere contro la capolista Siviglia al Sánchez Pizjuán, si troverebbe costretto a preparare le valigie per far posto a Mourinho, secondo quanto circola in ambiente madridista. Uno scenario impensabile fino a pochi mesi fa, ma questo Real fa acqua da tutte le parti, fin dalle prime battute stagionali. Il ko dell'altra sera al Parco dei Principi è solo la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e infuriare Florentino Perez. Il presidente merengues ha speso 310 milioni di euro per rafforzare la squadra, ma se si esclude Hazard, rientrato dopo l'infortunio ma ancora approssimativo, nessuno tra Mendy, Militao, Rodrygo e Jovic ha trovato posto tra i titolari. Denaro buttato al vento, visto che il più delle volte a togliere le castagne dal fuoco ci ha pensato il solito Benzema (che da solo non può tirare la carretta) e i tenores James e Bale, rimasti a Madrid solo perché nessuno si sarebbe accollato gli oneri di uno stipendio faraonico. Zidane è andato avanti con la vecchia guardia, ma sta prendendo sberle ovunque, fin dalle battute iniziali, quando nell'amichevole di East Rutherford venne travolto (7 a 3) dallo scatenato Atletico di Simeone.

Perez avrebbe contattato Mourinho, sondato già lo scorso anno (assieme a Conte) dopo i disastri di Lopetegui, ma non ingaggiato per il veto posto da Sergio Ramos, padre padrone dello spogliatoio. Il centrale delle Furie Rosse questa volta avrebbe espresso parere favorevole, anche se il primo approccio col tecnico portoghese risale all'11 settembre. In quell'occasione Jorge Mendez, manager dello Special One, e socio in affari di Peter Lim, proprietario del Valencia, stava per indirizzare il suo assistito sulla panchina dei levantini che avevano appena esonerato Marcelino. Mancavano solo i crismi dell'ufficialità, ma una telefonata di Perez al procuratore lusitano bloccò la trattativa: il Valencia ripiegò sul quasi neofita Celades e Mendez optò per tenere in caldo Mourinho in prospettiva di un incarico a Madrid. Oggi i tempi sembrano essere maturi per una rivoluzione invocata soprattutto dalla tifoseria.

Resta da capire che cosa possa resuscitare un Real che ha sbagliato completamente la campagna acquisti e che continua a perdere pezzi per infortuni, da Isco (fuori almeno fino ad aprile) ai recenti forfait di Modric e Marcelo.

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