La cura Zhang per Inzaghi tra scoperte e spifferi

Il tecnico si è accorto ora di non avere Perisic e Hakimi. Irritato da chi gli rinfaccia Correa e Dybala

La cura Zhang per Inzaghi tra scoperte e spifferi

L'Inter cerca conforto nei numeri e nelle parole. I primi dicono che 2 stagioni fa, nell'anno dello scudetto di Conte, dopo 7 partite l'Inter aveva gli stessi punti di oggi e come oggi era settima in classifica a 5 punti dalla capolista, allora il Milan, adesso il Napoli e l'Atalanta. Stando alla statistica, quindi, nulla è ancora compromesso. Le parole sono quelle che tentano di celare la precaria posizione di Simone Inzaghi, rapidamente sceso nella scala della credibilità agli occhi di tifosi, critica e probabilmente anche di parte dello spogliatoio. E così, anche il presidente Zhang, appena rientrato in Italia, anziché convocare Inzaghi nel suo ufficio, come avrebbe potuto fare e come forse sarebbe stato ortodosso per avere una fotografia personale e diretta dell'allenatore, è salito alla Pinetina per rassicurarlo e coccolarlo. La panchina non è in discussione. Almeno non ora (ma questo non gliel'ha detto). Con Zhang, l'intero stato maggiore tecnico del club, da Marotta ad Ausilio, compreso il vice Baccin. Tutti preoccupati di aiutare il tecnico, come è giusto che sia in un momento tanto delicato.

Marotta a dire il vero deve spendere anche parecchio tempo per negare che sia Ranieri il successore già scelto per l'eventuale sostituzione. E a tutti, l'ad nerazzurro ricorda come in carriera abbia esonerato un solo allenatore, un giovane Spalletti a Venezia, nel febbraio del 2000, perché idealmente non crede ai cambi di panchina a stagione in corso. Proprio Marotta ha ricordato anche a Inzaghi che i numeri di oggi sono gli stessi di 2 anni fa e che quindi c'è ancora tutto il tempo per recuperare. Intanto, il recupero sicuro è quello di Lukaku, pronto per la Roma, almeno per la panchina, e poi sicuramente in campo col Barcellona. Un bel punto di ripartenza, anche se resta sempre il problema di trovare il modo per utilizzare al meglio il centravanti belga. L'Inter di Lukaku non può giocare come l'Inter di Dzeko e Inzaghi non può scoprire a settembre che Hakimi e Perisic non sono più in nerazzurro, come ha fatto confidenzialmente trapelare.

A proposito di confidenza, a Inzaghi non saranno certo piaciuti gli spifferi di chi ricorda chi l'anno scorso abbia voluto Correa (lui, ovviamente) e chi ha chiesto che non partisse in estate (sempre lui), impedendo di fatto che si liberasse un posto per Dybala, già bloccato e lungamente in attesa della chiamata per firmare. E la stessa cosa per Gosens, acquisto da lui avallato e che poi mai ha fatto giocare.

Quello della fascia sinistra è uno dei rebus più grandi nell'Inter di oggi. Pensare che Gosens (costato 25 milioni in un momento finanziariamente non semplice per il club) possa tornare Gosens giocando una partita sì e 2 no è utopia. E questo magari Marotta a Inzaghi l'ha suggerito.

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