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Dall'acqua alla neve è questione di Fede

Dopo i successi nel 2019 della Pellegrini, l'anno da 10 e lode della Brignone, prima azzurra regina di Coppa

Dall'acqua alla neve è questione di Fede

Il 2020 farà eternamente rima con virus, con la pandemia capace di stravolgere le nostre abitudini sportive, di far rinviare un'Olimpiade e un Europeo di calcio, di farci vedere un Giro d'Italia ad ottobre e una Milano-Sanremo in agosto, di cancellare Wimbledon e offrirci il Roland Garros in autunno, un anno addirittura senza scudetti per quasi tutti i campionati italiani con basket, volley, rugby, pallanuoto abbandonati a metà strada, stagioni cancellate, spazzate via dall'effetto Covid. Quanti albi d'oro resteranno con un anno in bianco, ad eterno ricordo del dramma vissuto, come capitò solo negli anni della guerra. La lode va dunque a chi è riuscito a portare a termine i propri impegni, tra rischi e sacrifici, ma salvando il salvabile in un anno che ad un certo punto sembrava proprio da buttare.

La Nba (9) che si chiude nella bolla di Disneyland pur di non buttare a mare una stagione, la Champions e l'Europa league (9) che giocano le final eight nell'isolamento di Lisbona e tra Colonia e Dusseldorf. E il campionato di calcio, giocato a tutti i costi in estate, con lo scudetto assegnato quasi a Ferragosto. Un anno di cose mai viste ma anche di cose riviste, grazie alle tv che ci hanno riempito quasi tre mesi di astinenza da sport rispolverando dagli archivi le partite degli ultimi cinquant'anni di Mondiali (voto 8) con cui ci hanno fatto sopravvivere.

Un anno assolutamente inedito, insomma, anche se avremmo fatto volentieri a meno di queste novità. Ma un anno che ci lascia comunque in eredità anche una bella fetta di sport vero, perché alla fine chi ha giocato l'ha fatto sul serio. Così ricorderemo il 2020 come l'anno dell'Atalanta (9), ma anche del Milan (7,5), di Gasperini (8) e Pioli (8), del Papu e di Ibra che quasi rubano la ribalta all'eterna Signora d'Italia che vince il suo nono scudetto di fila (voto 9 ovviamente) mentre il suo presidente Agnelli (5,5) cambia gli allenatori come fossero figurine: via Sarri (6,5) appena arrivato e dentro Pirlo (5,5), scelta che fa arricciare il naso a tanti juventini. L'ex napoletano, su una panchina dove sembra che vincere lo scudetto sia considerata una formalità, paga la Champions buttata via con il Lione, ma l'ex centrocampista fresco fresco di patentino, finora in panchina non ha proprio convinto. Tra gli juventini inevitabile la citazione per Cristiano Ronaldo, non per la gestione del pasticcio Covid (5) ma perché diventa il primo giocatore europeo a segnare 100 gol in nazionale (voto 100 ovviamente) con il suo Portogallo.

Fa notizia, dunque, l'Atalanta di Percassi (8) capace di arrivare fino ai quarti di Champions, migliore italiana dell'anno, e far paura agli sceicchi del Psg che all'89' sono clamorosamente eliminati, ma beffano la Dea segnando due volte dal 90'. Finale atroce per i ragazzi di Gasp che incantano l'Europa anche negli ultimi mesi dell'anno vincendo a Liverpool e ad Amsterdam prima di perdersi nella spiacevole vicenda tra il tecnico e il Papu Gomez (8 in profitto, 5 in condotta).

Ma fa notizia anche il Milan che dopo anni di stenti, di acrobatici passaggi di proprietà, trova serenità con un tecnico che stava per essere liquidato e invece dopo il lockdown diventa addirittura invincibile: Stefano Pioli, il Normal One (voto 8), che scongiura l'arrivo del tedesco Rangnick e porta il Diavolo dove non si vedeva da tempo, in testa alla classifica. Merito suo e di un ragazzo di 39 anni, Zlatan Ibrahimovic (10) che convince i compagni di essere una squadra da scudetto. E i piccoli diavoli ci credono, tanto da essere imbattuti in campionato da 26 turni, la squadra che ha fatto più punti nel 2020 e che in un anno è passata dal 12° posto dell'Epifania al primo di Natale.

L'Inter (6,5) di Antonio Conte (5 per le continue lamentele e il modo di rapportarsi al club) è l'eterna incompiuta: arriva seconda in campionato (a un punto dalla Juve) e seconda in Europa league perdendo la finale col Siviglia. Ma esce regolarmente al primo turno in Champions, eliminata da squadre non irresistibili come i due Borussia, il Dortmund l'anno scorso, il Moenchengladbach quest'anno. Adesso è seconda e senza impegni di coppa può concentrarsi su uno scudetto che insegue da troppo tempo.

In Europa la lode va al Bayern che conquista la sua sesta Champions battendo il Psg con un gol dell'ex juventino Coman (7,5), ma soprattutto trascinata da un infinito Robert Lewandowski (9), il vero Pallone d'oro di questa stagione in cui France Football (voto 5 alla decisione) ha pensato di non assegnarlo, come se l'annullamento del campionato francese fosse una ragione sufficiente per ritenere incompiuta la stagione. Salvo poi propinarci la squadra Pallone d'oro di ogni epoca, lasciando fuori addirittura Di Stefano e Cruyff.

Il Pallone di piombo va invece a Leo Messi (5) e al suo Barça (4): i catalani hanno attraversato una stagione da dimenticare, dall'incredibile 8-2 subito dal Bayern al recente 0-3 con la Juve al Camp Nou, e la Pulce ci ha messo del suo destabilizzando l'ambiente con la minaccia di andarsene e la guerra all'ex presidente Bartomeu (5). In Spagna il titolo va così per la 34ª volta al Real Madrid (7), mentre in Inghilterra torna a festeggiare il Liverpool (8) esattamente dopo 30 anni di attesa, e questo forse è il merito maggiore di Jurgen Klopp (8), paradossalmente ancor più della Champions 2019.

Ma non solo calcio, per fortuna, nella stagione azzoppata dal virus. Perché per lo sport questo è anche l'anno del record di Lewis Hamilton (10 e lode) che ha eguagliato Michael Schumacher: 7 volte campione del mondo di Formula 1. Onore all'inglese (che prenota già l'ottavo nel 2021) e onore alla Mercedes (9) che continua imperterrita a dominare un mondiale in cui sembra correre da sola, aiutata in questo da una delle Ferrari più disastrose della storia, nonostante le speranze riposte nel giovane rampante Leclerc (5). Per il Cavallino una stagione senza vittorie, un desolante sesto posto tra le scuderie e l'8° posto del monegasco nella classifica piloti. Se nel '19 la Rossa se la cavò con un 5, quest'anno è da zero.

Il risvolto positivo dei motori è rappresentato da Mick Schumacher (8) campione di F2 sulle orme di papà e da Franco Morbidelli (8), vincitore di tre gran premi nel motomondiale e secondo alle spalle del sorprendente Joan Mir (9) nella classifica stagionale della MotoGp. Così come Bastianini (8) trionfa nella Moto 2.

Per l'Italia però questo è soprattutto l'anno di un'altra Federica, la Brignone (10 e lode), che raccoglie il testimone dalla Pellegrini. Dall'acqua alle nevi è sempre questione di Fede e la figlia di Ninna Quario è bravissima e determinata nel conquistare una coppa del mondo che era sempre sfuggita alle sciatrici di casa nostra. Impresa che va ad aggiungersi a quelle di Thoeni, Gros e Tomba in campo maschile. Adesso la milanese-valdostana è a un solo successo da Deborah Compagnoni, l'azzurra più vincente in coppa del mondo con 16 gare conquistate contro 15 di Fede (alla pari con Isolde Kostner). Ma le ultime uscite hanno ridato sorriso anche a Sofia Goggia (7), l'olimpionica tornata a vincere una discesa dopo un anno.

Un anno da 10 anche per Filippo Ganna, due volte campione del mondo nel ciclismo, in pista nell'inseguimento e su strada nella cronometro, specialità in cui gli italiani non hanno mai brillato, se si fa eccezione per due argenti di Chiurato e Malori. Ma Ganna ha stupito anche al Giro d'Italia andando a vincere, oltre alle tre crono, anche la tappa arrivata in salita a Camigliatello Silano. Un Giro, però, decisamente di basso profilo, in cui, oltre a Ganna, raccogliamo solo altre due tappe grazie a Diego Ulissi (7,5), ma soprattutto assistiamo alla sfida tra autentici outsider come il vincitore Tao Geoghegan Hart (8), l'australiano Hindley e l'olandese Kelderman, aggrappandoci all'eterno Nibali (5,5) che non va oltre l'8° posto a 8'15'' dal britannico. Decisamente più entusiasmante il Tour in cui si assiste all'incredibile quanto inedito derby sloveno tra il favorito Primoz Roglic (7) e la sorpresa Tadej Pogacar (9) che si prende la maglia gialla nell'ultima crono.

Jannick Sinner (9), l'astro nascente del tennis italiano, vince il suo primo torneo a Sofia a 19 anni, il più giovane azzurro a riuscirci nell'era Open, ma soprattutto arriva ai quarti a Parigi, altro record di precocità. E al Roland Garros approda ai quarti anche Martina Trevisan (8). In generale 8 a Thiem che vince gli Us Open interrompendo la dittatura dei fantastici tre, Federer, Nadal e Djokovic che chiude da numero uno (voto 8 in profitto) tra pallate ai giudici, dichiarazioni no-vax e situazioni pericolose (5 in condotta).

E poi le ragazzine terribili di atletica e nuoto, Larissa Iapichino e Benedetta Pilato (7). La prima nel salto in lungo si avvicina sempre più a sua madre Fiona May, la seconda approfitta anche di questa mezza stagione per abbattere record nella rana.

4 Alla solita nazionale di rugby che è riuscita a passare un altro anno (il quinto consecutivo) senza vittorie nel Sei Nazioni. E 3 al presidente del Cio Bach che resiste fin che può prima di arrendersi al virus e rinviare le Olimpiadi, ma è velocissimo nell'introdurre ai Giochi anche le discipline più bizzarre. Business a cinque cerchi.

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