Dalle scelte fallimentari ora nasca una nuova squadra

Dalle scelte fallimentari ora nasca una nuova squadra

di Elia Pagnoni

C i vuole un coraggio da Leao per lasciare fuori una delle poche note liete degli ultimi tempi. Eppure Marco Giampaolo in versione creativa riesce a sorprendere tutti stravolgendo le poche certezze di una squadra che non riesce ancora a trovare un'identità. Fuori Leao per stupire e fuori Donnarumma perché quando è il tuo momento no, ti capita anche l'imprevisto dell'ultimo minuto. Non che con Gigione le cose sarebbero potute cambiare, visto certi suoi contributi anche recenti, ma Pepe Reina, dopo aver servito una frittata deliziosa al Genoa affamato, è riuscito a salvare la vittoria sventando il rigore all'ultimo assalto. D'altra parte, il Milan continuerà anche ad essere la miglior squadra italiana per dominio territoriale e la seconda per possesso palla, come ci tiene orgogliosamente a sottolineare Giampaolo, ma di certo non si capisce cosa se ne faccia di questi due primati. Perché per mezza partita non se ne vedono i frutti, anzi si continua a giocare con il rebus delle formazioni, come se i rossoneri dovessero ottemperare al turnover per eccesso di impegni. E il popolo rossonero, ancor prima di vedere l'orrore del gol genoano, perde velocemente la pazienza e intona inviti poco garbati. Ma come dargli torto, vedendo il solito inconcludente Calhanoglu, i ghirigori di Suso, un Piatek che a Marassi non avranno nemmeno riconosciuto e un redivivo Bonaventura che dopo qualche fiammata iniziale si adegua al grigiore generale? Poi la mossa disperata e la scoperta che forse certi giocatori sono stati acquistati perché il Diavolo arrugginito degli ultimi tempi aveva bisogno di cambiare qualcosa.

E allora ecco che finalmente viene fuori il nuovo Milan: Teo Hernandez dà la scossa, Leao finalmente porta la palla dentro l'area, mette i brividi al Genoa e ne ricava il rigore, Paquetà torna a fare il brasiliano, persino Duarte si rivela difensore di spessore. Ma a Giampaolo piaceva nasconderli.

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