Aurelio De Laurentiis è stato iscritto dalla Procura di Napoli nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sul trasferimento del calciatore Victor Osimhen dai francesi del Losc Lille al Napoli nell'estate 2020.
La Procura ipotizza il reato di falso in bilancio e ha avviato le indagini a seguito della richiesta di ordine d'indagine europeo da parte della Procura Jirs (Juridiction interregionale specialisée) del Tribunale giudiziario di Lille. La Guardia di Finanza ha effettuato perquisizioni nel centro sportivo di Castel Volturno (quartier generale del club), a Roma (sede della Filmauro) e in Francia (in relazione al Lille, che ha venduto il calciatore, e divenuto oggetto di un filone parallelo in terra transalpina) per acquisire ulteriori indicazioni da inserire nel fascicolo degli inquirenti.
Nel registro degli indagati risultano oltre al presidente del Napoli anche gli altri membri del cda del club, i figli Edoardo (vicepresidente) e Valentina De Laurentiis, la moglie Jacqueline Baudit (vicepresidente) e l'ad Andrea Chiavelli. Il pm Francesco De Falco e il procuratore aggiunto Vincenzo Piscitelli proveranno a fare luce sul contratto stipulato, a capire se c'è stata sovra-fatturazione e quali siano stati i termini dell'operazione.
Il caso
La trattativa tra il Napoli e il Lille per l'acquisto di Osimhen finisce di nuovo sotto i riflettori. Il centravanti nigeriano fu acquistato per 71,2 milioni di cui circa 50 cash e altri 20 attraverso la cessione del cartellino di quattro giocatori.
A destare i sospetti fu proprio l'inserimento nella transazione con il Lille di Ciro Palmieri (7 milioni), Claudio Manzi (4), Orestis Karnezis (5) e Luigi Liguori (4). In particolare, fu quest'ultimo ad alzare il velo sugli aspetti più controversi della vicenda ("mai stato in Francia, nemmeno per firmare", disse all'epoca). La vicenda era già balzata all'attenzione della giustizia sportiva che aveva assolto il presidente De Laurentiis e la società da ogni accusa, incentrata sul valore messo a bilancio del cartellino del giocatore nigeriano che secondo la Procura Figc non sarebbe corrisposto al vero.
Stando a quanto emerso dal processo sportivo però è impossibile quantificare in maniera oggettiva, codificata in base a parametri di legge, il prezzo effettivo di un cartellino che è conseguenza di un accordo sancito tra soggetti privati e nell'ambito di una libera contrattazione di mercato. Principio sostenuto dalla tesi difensiva rivelatosi decisiva per far saltare l'intero castello accusatorio scardinato il lavoro degli inquirenti della Figc.
Proprio per questo ora si tratta di vedere se il materiale investigativo raccolto dalla Procura di Napoli potrà portare a una riapertura del caso anche in sede sportiva. Nell’ambito del codice di giustizia della Figc gli articoli di riferimento potrebbero essere il 4, la mancata lealtà, e il 31, sulle violazioni gestionali.
Cosa rischierebbe il Napoli? Nel caso della mancata lealtà si parlerebbe di
un’inibizione significativa, invece per le violazioni gestionali dipende dal comma: un mese di inibizione se si dimostra che la violazione non ha influito sull'iscrizione, altrimenti una pena più pesante.
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