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Denis, show e tripletta. L'Atalanta batte l'Inter a San Siro

La doppietta di Alvarez non basta, Rocchi segna il gol n.100. Ma gli errori della difesa (e dell'arbitro) vanificano ogni sforzo dei nerazzurri

Denis, show e tripletta. L'Atalanta batte l'Inter a San Siro

Show argentino, ma non è quello dell'Inter. Sì, non sono stati i gauchos di Moratti a prendersi la partita. Ci ha provato Alvarez, è stato più bravo German Denis, capitano dell'Atalanta con fascia dedicata a papa Francesco. L'Inter delle pazzie è ricomparsa ieri sera in edizione speciale che farà riflettere Moratti sul futuro. Pallone fin troppo irrisorio: Inter avanti 3-1, eppoi risucchiata sul 4-3 per colpe varie, compreso un rigore assai dubbio. Colpo basso e devastante per gli interisti. Chiusi i conti Champions e molti altri da riaprire.

Quello striscione comparso sulle tribune poco prima dell'inizio, “C'è solo l'Inter, tutto il resto è noia”, pareva proprio non contarla giusta. San Siro, svuotato nelle tribune e fors'anche nelle speranze, doveva sorbirsi noia più che Inter. Ma poi sono stati drammi calcistici. Meglio l'Atalanta nel gioco, poca Inter nel resto. Inter monca anche nell'attacco. All'inizio tutto era improvvisazione e casualità. Si, certo, Kovacic in mezzo al campo propone l'idea di un playmaker che chiede strada. Ma chi mai lo aiuterà a migliorare? Servono consigli e gente che conosca il ruolo. Stramax fa già fatica ad imparare le lezioni di suo. Ma poi, come toccata da una bacchetta magica, la partita è diventata il festival degli errori e delle sorprese. Poteva essere un festival nerazzurro, è diventato l'ennesima delusione. I gol italiani hanno aperto la strada a quelli argentini. Sessanta minuti di divertimento, colpi di scena, Inter avanti tutta, eppoi sotto da far paura. Tutto è cominciato da quel maldestro colpo di tacco di Cassano, intorno alla mezzora, a segnalare l'alzabandiera. Problemi alla coscia: Cassano prova a stare in campo qualche secondo, poi se ne va indispettito in panchina. Chissà cosa racconterà il medico, stavolta.
Dispetto e insulto della sorte, anche se i colpi di tacco sono spesso sconsigliati. Chiedere a Pato per informazioni.

Poteva essere un annuncio di ritirata di tutta la compagnia. Invece l'Inter ha cominciato a giocare con grinta, forse non sapendo a che altro chiedere aiuto. In campo Alvarez e subito lo svarione ammazza toro. Cross di Pereira e sinistro da calcio rugby dell'argentino. Immaginate sghignazzi, fischi e insulti di San Siro. È stato molto peggio il finale di partita con gli errori della difesa, quel finire in ginocchio di Samuel e Ranocchia, gli sbandamenti di Juan Jesus. Tutto pareva mettersi bene quando Tommaso Rocchi si è aggiustato la maglia che, finora, doveva sentire solo in prestito e per due volte ha chiuso con pericolosità. Segnali da non sottovalutare, finché Rocchi non ha pescato l'attimo dell' incanto: cross di Pereira, e colpetto ad incrociare la palla e a fulminare i riflessi di Del Grosso e quelli del portiere Polito. Alleluhia! Dopo 14 mesi il pelatone è tornato al gol, centesimo della sua storia, primo nell'Inter. E l'Inter ha preso quota e ritrovato sicurezza. Poteva esser un volo nelle speranze anche se il primo errore ha fatto suonare l'allarme: cross di Livaja, appena entrato in campo, errore di Samuel e Ranocchia a concedere gol al solitario Bonaventura. Roba da mangiarsi le mani se non fosse subito partito lo show di Ricky Maravilla Alvarez a riscattare veleno e delusioni. Due gol nel giro di quattro minuti: il guizzo rabbioso a sfruttare l'errore in area di Canini e colpire di testa.

Eppoi l'assolo in area, prima di mollare il sinistro da killer. Sogno o son desto, avrà detto il pubblico nerazzurro. Sono stati incubi, invece, quando Denis ha fatto partire il suo show: tre reti in undici minuti. Presunto (più che altro inesistente) fallo di mano di Samuel e primo gol su rigore. Difficile capire la scelta dell'arbitro. Poi è stato firma da grande centravanti: un assolo e tiro in area a bruciare Handanovic. E, infine, il tocco a inginocchiare Samuel e tutta l'Inter. Risse conclusive con Schelotto protagonista, espulsione di Raimondi e un incredibile errore finale di Ranocchia, a porta vuota, hanno concluso l'opera non proprio buffa. Anzi, un altro disastro.

Per la seconda volta quest'anno a San Siro (gol di Cigarini al Milan) l'Atalanta festeggia.

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