"Diavolo, non mi fido. Ho l'esorcista Sinisa per tenerlo lontano"

"Demonio Galliani la mia stima è sincera, ma gli rifilo tre gol e lo rispedisco a casa tutto sudato"

Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria
Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria

Caro presidente Ferrero, cosa le succede? Da qualche giorno osserva un silenzio sabbatico...

«Veda, io sono un povero contadino del calcio, qui si è scatenato l'inferno intorno a me. Resto lusingato dal vociare ma non intendo essere usato come un gatto da cortile».

Nemmeno l'imitazione di Crozza la diverte?

«Io sono innamorato di Crozza, è un grande artista. Eppure sono convinto che io potrei fare bene Crozza, lui invece se continua a presentarmi un po' rinco, ubriaco, perde il duello. Se frequentasse la mia scuola gli darei qualche dritta».

Superata anche la polemica col filippino Thohir?

«Vicenda scotta come la pasta, si può mangiare la pasta scotta? No, allora argomento chiuso. Non volevo offendere nessuno, ho chiesto scusa, ho sbagliato riferimento geografico. Se avessi detto “quel francese” veniva fuori il pandemonio? Sicuramente no. E allora pensiamo a giocare a pallone, pensiamo a portarlo fuori dalla crisi invece di continuare a ballare davanti agli specchi».

Come si fa a portarlo fuori dalla crisi?

«Non aspettiamo mago Merlino, cominciano dalla base, dai ragazzi. E comunque sa cosa mi dicono le persone che incontro e mi fermano per strada? Mi dicono: lei ci ha ridato il gusto di riaccendere la tv per vedere le partite».

Ma lei, di calcio, capisce?

«E chi lo stabilisce? Non è una scienza esatta. Anzi bisogna stare attenti a coloro i quali sostengono di essere intenditori. Magari ti suggeriscono: compra quello, è uno bravo, e poi magari ti rifilano 'na sóla ».

Ma uno come lei nato a Testaccio, da ragazzo, per chi tifava?

«Da giovanotto io lavoravo duro, facevo l'attore, e mi incantavo a vedere la Roma di De Sisti e Rocca, poi di Bruno Conti. Quando arrivò Falcao, con tutti quei ricci, perdemmo la brocca».

Adesso anche Ricki Tognazzi è diventato tifoso della Samp? Come dicono a Roma sembra una “paraculata”...

«E invece no, non è così. Incontro tanti tifosi romanisti o napoletani, che mi confessano di provare grande simpatia per la Sampppdoria . Una spiegazione me la sono data: perché è una squadra formata per l'85% da bei ragazzi italiani, perché gioca bene e adesso è diventata anche spericolata, come il suo allenatore Sinisa. Siamo affamati e belli, voglio ripetere il famoso slogan».

Sarà ma Gasperini ha scommesso sul Genoa che arriverà davanti alla Samp...

«Ma chi? Brontolo? Io lo chiamo così Gasperini dalla notte del derby. La verità è che lui soffre un complesso nei confronti di Sinisa. Io non penso al Genoa, io mi concentro sul Milan e sul giardinetto di casa mia».

Ci tolga una curiosità: ma quanto ha pagato la Samp? È vero che l'ha avuta gratis in carico i debiti?

«A tutti quelli che chiacchierano sulla Samp rispondo così: la sera, quando torno a casa, e trovo mia moglie Manuela e vedo mio figlio Rocco, sono un uomo felice e lascio l'invidia fuori dalla porta».

Ma è vero che ha ridotto lo stipendio a tutti?

«Non è vero. Io sono uomo di azienda, non di finanza e ho cercato di ottimizzare le risorse, ho dato ruoli, assegnato deleghe. Faccio un esempio: quando sono arrivato alla Sampppdoria ho trovato Carlo Osti, persona seria e onesta, chiuso in un angoletto. Gli ho dato fiducia, un ufficio e una responsabilità».

Che fine ha fatto l'idea di realizzare lo stadio nuovo sul mare, a Genova, con disegno firmato Renzo Piano?

«Lui va piano piano, è bravo ma lento. Immagina forse che il progetto di uno stadio non sia gratificante e invece ne parlerebbero in tutto il mondo. Pensi a quel quartiere: ora ci sono un palazzetto dello sport sempre vuoto e una fiera chiusa per molti mesi l'anno. Cosa ne vogliono fare? Un altro acquario?»

Nel frattempo il prato di Marassi è indecente…

«Ho appena staccato un assegno per farlo rizollare ma ho scoperto che tra un po' faranno giocare quelli del rugby e saremo punto e da capo. Così non va bene. Specie se si tiene conto che paghiamo 100 mila euro di affitto al mese! Con Preziosi stiamo lavorando per ottenere la gestione di Marassi, la posizione è ottima, lo rifaremmo stile inglese, ho avuto già colloqui col sindaco: io non mollo, lo prenderò per stanchezza!»

Che fortuna la Samp: può affrontare un Milan in forte ribasso...

«Non mi fido del diavolo anche se qui ho un esorcista fenomenale, il mio Sinisa. Con loro c'è il più forte di tutti, quel demonio di Galliani: non vedo l'ora di abbracciarlo, di rifilargli 3 gol e rimandarlo a Milano tutto sudato».

Scusi Ferrero ma sfotte o dice sul serio?

«La mia stima per Galliani è sincera, è molto preparato, ed è una grande fortuna per il suo club. Dietro il presidente più vincente del calcio italiano, c'è uno che ha avuto in regalo la bicicletta e ha pedalato benissimo. E poi c'è quella ragazza, Barbara, bella come il sole, sembra una libellula quando cammina. Il futuro è donna anche nel calcio».

Sembra quasi un fan di Silvio Berlusconi, da come parla: ma non ha detto di essere diventato, in politica, “uno de Renzi”?

«Io non sono di nessuno, sono figlio di mamma mia. Ammetto però una grande simpatia per Renzi. E d'altro canto mi pare che lo stesso sentimento provi anche l'ex premier. Quindi...».

Una cosa buona per Genova l'ha fatta, bisogna ammetterlo: dopo l'alluvione è stato tra i primi a rimboccarsi le maniche...

«Ero a rilassarmi con la famiglia alle terme, appena ho avuto la notizia mi sono sentito male. Ho preso il telefono e ho cominciato a chiamare Malagò, Beretta, Lotito, Preziosi: facciamo qualcosa per Genova, ci siamo detti. La risposta è stata eccezionale: 200 mila euro raccolti dalla Lega calcio e l'arrivo della Nazionale a Genova per l'amichevole. Sono orgoglioso di questo risultato, come lo sono della famosa raccolta per la Sla. Sa cosa è successo?»

No, cosa?

«Molti si sono sparati una posa e basta, in tasca hanno i soldi di cioccolato, quelli che si squagliano! Noi della Sampppdoria invece abbiamo messo a disposizione l'incasso di una partita: 30 mila euro».

Come spiega la

primavera calcistica di Genova e l'autunno di Milano?

«Milano ha vinto tutto, faccia vincere qualcosina anche a noi. Qui stiamo attenti, cogliamo l'attimo, abbiamo cuore e testa. È la nostra formula semplice semplice».

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