Il doblete non cambia il futuro: ristrutturazione Juve

Età avanzata della rosa e addii impongono un mercato importante. Ma il primo nodo è Allegri

Il doblete non cambia il futuro: ristrutturazione Juve

Domenico Latagliata

Roma bianconera. Lo è diventata due sere fa e la replica potrebbe andare in scena domenica. Quando, pareggiando contro la squadra di Di Francesco e senza badare al risultato del Napoli contro la Sampdoria, la Juventus festeggerebbe il settimo scudetto di fila. Dubbi sul double non ce ne sono comunque più: resta solo da verificare il quando, non certo il se. Poi, ci sarà da pensare al futuro. E stavolta potrebbe essere meno semplice del solito. Perché è vero che Marotta si è sempre portato avanti con il lavoro e lo stesso ha fatto anche nei mesi scorsi: però la rosa a disposizione di Allegri è vecchiotta e il processo di rinnovamento sarà quasi obbligato. Al punto che anche questo potrebbe essere argomento di discussione: le parti si incontreranno presumibilmente la prossima settimana per affrontare il tutto, cercando un punto di accordo e non immaginando al momento una rottura o un raffreddamento dei rapporti. Meglio comunque non escludere nulla, pur se lo stesso allenatore ha ribadito più volte di avere «firmato fino al 2020 e non vedo perché dovrei andare via». Certi segnali di nervosismo, espressi anche nel post finale di Coppa Italia, non possono tuttavia essere sottovalutati né la Juve si farà trovare impreparata se, dopo quattro anni pieni di soddisfazioni, il matrimonio volgerà al termine: Zidane e Klopp sarebbero i sogni, Simone Inzaghi l'opzione più percorribile, più di quelle che porterebbero a Deschamps, Sousa, Pochettino o all'eventuale sorpresa Sergio Conceiçao.

Poi, bisognerà mettere mano alla squadra. Paradossalmente, più di quanto magari non farà il Milan appena battuto. Perché la scorsa estate il Diavolo ha portato a casa una serie di giocatori dalla carta d'identità quasi in perfetto stato, mentre la Juventus sa già con certezza che alcuni dei suoi senatori sono pronti a lasciare o comunque a cambiare strada. Al di là di Buffon, la difesa perderà a parametro zero Lichtsteiner (Borussia Dortmund) e Asamoah (Inter), dovendo poi avere a che fare con gli anni di Barzagli e Chiellini. Resteranno De Sciglio (spesso fermo, però), Benatia e Rugani, arriveranno Caldara e Spinazzola, probabilmente Darmian (United). Magari basteranno, magari no. Idem in mezzo al campo: Khedira e Marchisio paiono a fine corsa e, a seconda di quello che decideranno, andranno rimpiazzati o supportati: Emre Can (Liverpool) viene dato ormai per fatto, poi tra gli altri piacciono Cristante, Pellegrini e il solito Rabiot (Psg). Tra centrocampo e attacco, è certa la permanenza di Matuidi, Bentancur, Bernardeschi, Douglas Costa e Cuadrado, con probabile ritorno del croato Pjaca: idem Higuain, mentre Mandzukic potrebbe volere traslocare.

Un discorso a parte lo merita Dybala, reduce da una stagione in chiaroscuro in cui anche i rapporti con Allegri non sono sempre stati idilliaci: la sensazione è che, di fronte a un'offerta a tre cifre, la Joya potrebbe anche partire. Magari con destinazione Spagna o Inghilterra, difficilmente la Germania. Tra i possibili arrivi, anche il ritorno di Morata (Chelsea).

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