Il dolore manda ko la Vinci nella sua New York

La finalista 2015 lotta un set con la Kerber poi cede: «Ma qui mi riconoscono per strada...»

Marco Lombardo

«Non so cosa accadrà oggi... ma se c'è una cosa che so è che il supporto di tutti voi italiani scenderà in campo con me!». È cominciata così, con un tweet, la giornata dei quarti di finale di Roberta, ed è finita con la Vinci fuori dagli UsOpen di tennis ma non certo dal cuore dei tifosi.

Non poteva in fondo che essere così, in un match contro la prossima numero uno Angelique Kerber e con quella maledetta infiammazione al tendine che già l'aveva fatta soffrire nei match precedenti e che è salita su per la schiena diventando un avversario troppo tosto. Difficile, quasi impossibile, servire una palla decente e non è certo un caso che Roberta - anche quando è rimasta in partita nel primo set, fino a quando ha potuto lottare come ha sempre fatto nella sua carriera - abbia perso turni di servizio in drammatica sequenza. In pratica il match è finito con la chiamata di un fallo di piede sul set point del primo set, perché a quel punto la Kerber si è tolta di dosso tutte le preoccupazioni ed ha tirato dritto. Tirando troppo forte per un'avversaria dimezzata.

Dunque la Vinci è stata sconfitta 7-5, 6-0 e ad un certo punto il dolore era insopportabile. Il suo, fisico, e quello di chi le vuole bene, praticamente tutti. Però è stata comunque alla fine una bella avventura, «perché New York è New York, e non so come mai io qui mi sento a casa. Dopo la vittoria contro Serena Williams in semifinale l'anno scorso, ormai mi riconoscono perfino per strada. E a me fa piacere, vuol dire che ho lasciato qualcosa». Ovvero ha lasciato lo spirito di una campionessa.

La domanda ora però è anche cosa lascerà quando deciderà di mollare definitivamente la racchetta. Il momento è vicino, forse vicinissimo, perché dopo gli Us Open arriva la stagione asiatica, se gli acciacchi lo permetteranno. E i sacrifici, Roberta lo ha detto, cominciano a farsi sentire: «Finora non ci ho pensato veramente, ma a fine anno devo tirare una riga e vedere che fare». E comunque sia, la Vinci - con la Errani in fase calante, la Pennetta ormai Signora Fognini a tempo pieno e la Schiavone che lotta sui campi per essere Leonessa finché può - fa parte di una generazione che ha tenuto in alto il tennis italiano femminile e che purtroppo è alla sigla di chiusura.

Dopo, per ora, c'è solo la buonanotte e dunque la sconfitta di Roberta Vinci è in pratica la fotografia di un tramonto, bellissimo ma dopo il quale cala inesorabile il buio. E francamente, almeno per ora, non si vedono più le stelle.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica