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Domani al via la Vuelta 2014 Ecco percorso e tappe

Domani riflettori sulla 69esima edizione della Vuelta. Ecco cosa ci aspetta nelle tre settimane di inferno spagnolo

Le 21 tappe protagoniste della 69esima edizione del giro di Spagna
Le 21 tappe protagoniste della 69esima edizione del giro di Spagna

Diverse conferme e qualche novità nell'edizione numero 69 della Vuelta a Espana. Come da tradizione, gli organizzatori strizzano l'occhio agli scalatori con ben otto arrivi in salita, ma presentano anche più km. a cronometro. Cambia l'atto finale della corsa, che non si concluderà nello scenario classico di Madrid ma a Santiago de Compostela.

Si potrebbe definire abituale la tappa d'apertura della gara spagnola: per il quinto anno consecutivo, infatti, c'è una cronometro a squadre, stavolta a Jerez de la Frontera. 12 km e mezzo completamente pianeggianti che non dovrebbero creare grossi distacchi. La seconda frazione, da Algeciras a San Fernando, è dedicata ai velocisti, visto che il profilo è quasi totalmente piatto. Più insidiosa la terza tappa che porta a Arcos de la Frontera, percorso nervoso e ultimi 2 km all'insù: i big dovranno stare attenti sia qui che nella frazione successiva, con l'ultimo Gpm a meno di 30 km dall'arrivo. I velocisti potranno tornare in azione, a patto però di non farsi sorprendere, nella quinta tappa, che si conclude a Ronda.

Nel sesto giorno di corsa è ora di fare sul serio: primo arrivo in salita sull'inedita La Zubia, ascesa breve ma con pendenze dure. Bisognerà mantenere alta la guardia anche nella settima tappa, da Alhendin ad Alcaudete, meno impegnativa della precedente ma ricca di saliscendi. Verso Albacete ecco una tappa lunga, oltre i 200 km, e senza Gpm, disegnata apposta per gli sprinter. Ad Aramòn Valdelinares spazio di nuovo agli uomini di classifica, che dovranno affrontare il secondo arrivo in salita; è il primo crocevia importante della corsa, perché il giorno successivo c'è la crono individuale di Borja, circa 35 km, con un percorso che presenta prima un tratto in salita e poi discesa fino al traguardo. Queste due tappe cominceranno a scremare in maniera seria la classifica, e chi non ha le gambe rimarrà tagliato fuori dalla lotta per la maglia rossa.

Dopo il giorno di riposo, un altro arrivo in salita che rende ancora più difficile la fase centrale della Vuelta; l'11esima tappa si conclude, dopo 154 km, al santuario di San Miguel de Aralar, ascesa anche questa inedita con pendenze che raggiungono la doppia cifra. A Logrono si può finalmente tirare il fiato, nella tappa più semplice della corsa, non troppo lunga e piattissima. La frazione numero 13 potrebbe concedere spazio ai fuggitivi, con diversi trampolini di lancio nella fase centrale, poi tocca di nuovo ai big sul terzo arrivo in quota a La Camperona, lunga 10 km, e con pendenze assassine nel tratto finale (si tocca il 24%). Si arriva in cima pure il giorno seguente, sulla salita ormai divenuta un classico, a Lagos de Covadonga, vetta che appartiene alla categoria "Especial", una fra le ascese più impegnative di Spagna.

Il micidiale trittico di montagna che precede il giorno di riposo si conclude a La Farrapona, la tappa regina di questa Vuelta: arrivo in salita più altri quattro Gpm di prima categoria, giornata che potrebbe risultare decisiva. La 17esima tappa, da Ortigueira a La Coruña, è interlocutoria e potrebbe essere un'occasione buona per i fuggitivi ma solo se le squadre degli sprinter non riusciranno a tenere in pugno la corsa. A Meis si arriva di nuovo in salita: attenzione al finale che sarà complicato, pur non presentando asperità difficili come quelle dei giorni precedenti. Occhi ben aperti anche nella 19esima frazione, con arrivo in discesa a Cangas do Morrazo, che precede l'ottavo arrivo in salita, sull'impegnativo Puerto de Ancares.

Per gli scalatori è l'ultima chance di allungare sui cronomen prima della frazione conclusiva, 10 km di cronometro piatti a Santiago de Compostela che potrebbero decidere la corsa se i distacchi in classifica saranno ridotti.

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