Donnarumma maledizione di Miha

Il portiere para un altro rigore al Toro, evita lo 0-3 e spinge il Milan alla rimonta

Donnarumma maledizione di Miha

Non ce l'ha fatta nemmeno questa volta. Partendo dal vantaggio classico del 2 a 0, ieri sera Mihajlovic ha soltanto sfiorato il successo inseguito con rabbia dopo i due ko stagionali. Alla fine ha preso a calci un cartellone pubblicitario. Volentieri avrebbe riservato lo stesso trattamento a Ljalic che ha sbavato il rigore del possibile 3 a 0. A quel punto, risparmiato, il Milan è uscito dal letargo e ha meritato l'ennesima rimonta di una stagione che è diventata una sorpresa dopo l'altra. Solo il difetto antico, partire lento e farsi sorprendere dall'altrui velocità, è rimasto intatto. Ma appena scalda il diesel del suo motore e Suso può montare in cattedra son dolori per molti. Specie per questo Toro, temibile in avanti, ma fragilissimo in difesa dove ha subito troppo lasciando, per gran parte della seconda frazione, il comando del gioco al Milan. Che è capace di chiudere da protagonista. A qualche spicciolo dalla sirena proprio Suso, il migliore dei suoi, ha sprecato il più goloso dei contropiedi. Nell'accampamento di Montella hanno brillanto il solito Paletta in difesa, Locatelli a centro-campo e davanti Suso, senza entrare nel tabellino dei marcatori, è diventato una sorta di incubo per Barreca e soci. Nello stadio del Toro dove ha vinto solo la Juve, Montella è riuscito a imporre il pareggio che è un risultato prezioso solo in chiave Europa league. È da una vita che il Toro non riesce a piegare il Milan. L'ultima volta capitò nel novembre del 2001 e allora, per via di un rigore sbagliato da Pippo Inzaghi. Corsi e ricorsi storici, verrebbe da chiosare. Solo che allora quella sconfitta procurò l'esonero di Terim e l'arrivo di Ancelotti a Milanello. E nel giro di due anni quel gruppo riuscì a vincere coppa Italia e Champions league. Ma con un paio di rinforzi decisivi, Nesta tra tutti. Chissà che a cinesi e Fininvest questo precedente dica qualcosa.

Lo svolgimento iniziale è identico a quello di coppa Italia: il Toro sgabbia come una lepre e il Milan se la prende comoda al passo di una tartaruga. Basta dare un'occhiata ai duelli vinti, alle seconde palle recuperate dal gruppo di Mihajlovic, per misurare la diversa partenza delle due squadre. Ma questa volta il distacco maturato dopo metà frazione, la prima, è già considerevole grazie ai due sigilli della B2 granata, Belotti, tanto per cambiare, e Benassi, di tacco addirittura dopo una serie di rimpalli tipo flipper. Buon per Montella, con la faccia da retrocessione in panchina, che alla mezz'ora Ljajic calci in bocca a Donnarumma il rigore (Abate su Barreca) che avrebbe stroncato qualsiasi ipotesi di rimonta. È stata quella la scintilla. Proprio allora il Milan, sotto choc, e grazie alle giocate di Suso, ha rimesso la testa dentro la partita ed esibito il miglior quarto d'ora di calcio possibile, rimasto senza conseguenze concrete per via di una prodezza di Hart (sul tiro a giro dello spagnolo) e di un tiro moscio e centrale di Bertolacci a porta spalancata per tacere della svista di Tagliavento (rigore di Zappacosta su Bonaventura). Micidiale la sequenza milanista della ripresa, anche qui eseguita dall'altra B2: in 16 minuti i rossoneri hanno rimesso in parità i conti della sfida con una massiccia azione offensiva scandita prima dal tocco sotto porta di Bertolacci (gol segnalato dalla tecnologia) e poi dal rigore di Bacca (trattenuta vistosa di Rossettini su Paletta). A quel punto Mihajlovic ha speso i suoi 3 cambi per tornare a comandare, Belotti ha sfiorato il palo, Iturbe ha combinato ben poco. Montella ha puntellato il centrocampo (con Kucka) per ispessire la sua trincea e non rischiare un altro ribaltone.

Nel Milan ridotto alla fine in dieci (per Romagnoli doppio giallo eccessivo) c'è anche lo spazio per Vangioni, al debutto, a pochi minuti dal gong. Ultima nota: Locatelli e Belotti, diffidati, sono fuori dalla prossima (Napoli e Bologna) per squalifica.

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