Milano. Il congedo è molto meglio del recente orribile passato. In linea con la partenza della stagione (3 a 1 alla Lazio). Troppo tardi per cambiare giudizi e piani che prevedono l'addio di Pippo e di molti esponenti del gruppo attuale. Abbiati in porta (per salutare San Siro), Pazzini capitano e Zaccardo (al posto di Abate) sono le sorprese. L'inizio è di quelli che promettono scintille: al primo cross utile di Zaccardo, El Shaarawy di destro fa centro ritrovando un sorriso che gli manca da troppo tempo. Antonio Conte il ct in tribuna deve seguirlo con attenzione per il futuro azzurro anche se il faraone è ancora pieno di bende: sbaglia più avanti un comodo raddoppio prima di castigare, nella ripresa, la distratta difesa granata con la stilettata del 3 a 0 che lo incorona a promettente acquisto della prossima stagione. Forse la sfortuna è stanca di inseguirlo. Il finale del primo tempo rimette in discussione il meritato vantaggio e lascia il Milan ancora una volta in dieci (13esima espulsione) per il pestone di Zaccardo a Molinaro lanciato in area (azione viziata da un fuorigioco di Amauri). Inzaghi, per le ripetute proteste durante l'intervallo, fa la stessa fine. Dura poco l'inferiorità numerica, perché a inizio ripresa il Toro irriconoscibile e in versione Tafazzi (Molinaro abbatte in area Van Ginkel) pareggia il conto dei cartellini rossi e concede a Pazzini, dal dischetto, la comoda possibilità di firmare il 2 a 0 e di mettere la tacca numero 100 nella sua nobile carriera di bomber.
È un Milan ben disposto in grado di mettere al muro il Toro e di infliggergli il castigo del 3 a 0 (uno-due comodo comodo tra Van Ginkel e El Shaarawy). A quel punto c'è anche spazio per il debutto di un primavera, Mastalli, secondo richiesta del presidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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