Dovi e Rossi sul podio Solo Viñales rovina l'altra festa di Italmotori

Di mattina la Ferrari, di sera Andrea 2° e Vale 3° Il Dottore risorge, Ducati bene ma flop Lorenzo

Dovi e Rossi sul podio Solo Viñales rovina l'altra festa di Italmotori

Federico Malerba

Un conto sono i test e le prove, un altro conto è la gara. Valentino Rossi ce lo ha fatto vedere mille volte nel corso della sua carriera ultraventennale, e la prima gara del 2017 ha fornito l'ennesima dimostrazione. Complice un imprevisto ritorno della pioggia, che dopo aver lasciato in pace la Moto3 e la Moto2 è ricomparsa sotto forma di fugace spruzzata proprio mentre i piloti della MotoGP stavano preparandosi alla partenza (che poi è slittata di circa tre quarti d'ora), il Gp di Losail si è svolto con una procedura diversa da quella pronosticata alla vigilia, e nel momento della verità i grossi calibri non hanno deluso. Vince, come avrebbero scommesso un po' tutti, Maverick Viñales, ma lo fa soffrendo e senza il margine che si credeva alla vigilia.

Su una pista le cui condizioni erano evidentemente diverse da quelle dei giorni scorsi il dominatore dell'inverno e delle prove fatica a ritrovarsi: in partenza rimane attardato e scattano davanti a tutti Iannone e Zarco (all'esordio in MotoGP), che però saranno due fuochi di paglia: il francese vola via al giro 8 e tre tornate dopo la stessa sorte tocca all'Andrea della Suzuki. Ne approfitta quello della Ducati, Dovizioso, che prende un buon margine e per un po' riesce a stare davanti a tutti. Il problema è che nel frattempo Viñales si è rimesso a posto, scala posizioni su posizioni e a sette giri dalla fine inizia la bagarre per il primo posto. Dovizioso combatte, risponde colpo su colpo e aspetta fino al penultimo giro prima di alzare bandiera bianca. Alla fine sarà comunque secondo, per la terza volta consecutiva nella gara del Qatar.

E Valentino Rossi? In crisi per tutto il weekend, compreso il warm-up di ieri concluso appena al dodicesimo posto, appena annusato l'odore della gara il «Dottore» torna quello di sempre. Dal decimo posto da cui era partito arriva pian piano alle posizioni che contano, scavalca anche Marquez e si lancia all'inseguimento dei primi due. Che ne hanno di più, ma non così tanto. Rossi è sul podio, inaspettatamente solo per chi non ha ancora imparato a conoscerlo, e soprattutto può tirare un sospiro di sollievo in vista delle prossime gare: non è lontanissimo da Viñales e a 38 anni suonati può ancora giocarsela per vincere tutte le domeniche. Qualche problema in più ce l'avrà invece il suo ex compagno di squadra Jorge Lorenzo, che per il momento conferma di non digerire la sua nuova Ducati e che ieri ha chiuso mestamente undicesimo, senza mai trovare il ritmo per tornare a ridosso dei migliori.

In una giornata complessivamente bellissima per l'Italia dei motori un'altra gioia arriva dalla Moto2, dove il romano Franco Morbidelli centra la prima vittoria in carriera come amava fare il suo illustre concittadino Max Biaggi, e cioè salutando la compagnia fin dalle prime battute e arrivando al traguardo in solitaria. Soltanto lo svizzero Luthi, quello che sulla carta sembra anche il suo rivale più pericoloso sulla strada del titolo mondiale, è riuscito a mettergli le ruote davanti per qualche momento. Una schermaglia iniziale, poi però Morbidelli ha cambiato marcia e non l'ha visto più nessuno. «Sapevo di avere un gran passo - ha detto il nostro - ma non credevo di poter vincere così.

Pensavo che sarebbe stato come l'anno scorso quando ce l'eravamo giocata fino all'ultimo giro». Morbidelli è figlio d'arte: anche suo padre Livio era un pilota, scomparve tragicamente all'inizio del 2013 togliendosi la vita a 52 anni. Anche da lassù può comunque essere fiero del suo ragazzo.

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