Ieri, oggi e domani. Il remake del celebre film è tutto in salsa calciomercato: ieri si è aperto ufficialmente quello cinese, domani aprirà i battenti quello italiano. Oggi, invece, si medita: perché l'avanzata inarrestabile del Dragone nel calciomercato del Bel Paese cambia le carte in tavola, indebolisce alcune squadre e ne rende ricche, ricchissime, altre. In tutto questo, però, tra i tanti sì ricevuti c'è anche chi, di andare in Cina ed essere sommerso da ponti d'oro, proprio non ne vuole sentire parlare.
Tevez e Oscar sono stati i primi colpi di questo mercato invernale a tinte cinesi, che prosegue nel suo leitmotiv comprare tutto il comprabile per rendere il campionato locale attraente e competitivo. Per farlo, basta aumentare a dismisura le offerte per i cartellini dei calciatori e i relativi stipendi. L'accordo con Witsel insegna: offrire 25 milioni di euro per un calciatore che tra sei mesi andrà in scadenza di contratto è fuori da ogni logica di mercato.
La Cina pallonara continua la sua offensiva, anche se il livello della Chinese Super league non sembra ancora eccelso. Ma questo per ora poco importa: perché gli oltre 700 milioni di euro spesi negli ultimi due anni non sembrano aver avvicinato per nulla il campionato locale ai livelli di Premier, Bundesliga, Liga e Serie A. Nonostante i 60 milioni pagati al Chelsea per avere Oscar e i quasi 40 all'anno offerti a Tevez. Chi meglio di tutti ha spiegato il perché dire sì alle sirene cinesi è cosa buona e giusta è stato l'ex Roma Gervinho, oggi centravanti dello Hebei, che guadagna 10 milioni l'anno: «Prendo 150mila euro netti ogni gol segnato. Più 60mila per ogni partita giocata, sempre netti. In Europa sarebbe inconcepibile, pure al Real Madrid».
E dunque la caccia riparte: dopo i no ricevuti da Kalinic e Arda Turan, rispettivamente avvicinati da Guangzhou Evergrande e Beijing Guoan, si cerca di portare in Cina altri giocatori di spessore. Anche se non tutti rispondono ai nomi di Lavezzi, Gervinho, Jackson Martinez, Hulk e Pellè. La Serie A, per ora, rimane infatti abbastanza fredda alla chiamata cinese: il Beijing Gouan ha fatto un tentativo per Mario Mandzukic: 35 milioni di euro l'offerta, ma Marotta e Paratici hanno detto no. Il discorso potrebbe invece essere diverso per Hernanes, che già sta trattando con il Valencia ed è chiaramente un giocatore in uscita. Anche Mattia Caldara, prossimo giocatore della Juventus, è stato avvicinato dal Tianjin Quanjan di Cannavaro, così come l'attaccante del Chelsea Diego Costa, per il quale l'ex difensore azzurro spenderebbe una follia (gira voce di un'offerta di 94 milioni di euro). Come lui anche Marek Hamsik e Stefan Jovetic, per ora, hanno rifiutato i tanti, tantissimi soldi offerti dalle squadre cinesi. Si attendono, nel frattempo, novità sul fronte Banega, avvicinato dai club asiatici.
Potrebbero presto finire al Jiangsu, la squadra gestita da Suning, Biabiany e Felipe Melo, anche se quest'ultimo ha già un'intesa di massima con il Palmeiras. Un modo per aggirare il fair play finanziario e dare sollievo alle casse dell'Inter. Nell'attesa che, prima o poi, arrivi l'offerta anche per Mauro Icardi. Difficile che possa lasciare i colori nerazzurri, ma quando il mondo del pallone corre dietro al dio denaro tutto può accadere.
E poi ancora il Papu Gomez, conteso anche da Milan e Roma; Nainggolan, Immobile due anni fa prima del suo rientro in Italia e molti altri: la Serie A rimane
guardinga, gioca il suo campionato e guarda, con invidia, alla forte disponibilità economica che oggi c'è in Cina: ricordando quel passato in cui l'Eldorado era l'Italia stessa. E la Serie A era il campionato di riferimento.
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