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Ducati vince tutto. La Federmoto le toglie potenza

Ducati vince tutto. La Federmoto le toglie potenza

di Benny Casadei Lucchi

Non è come per Alfredo Binda, pagato purché non corresse il Giro del 1930 perché troppo più forte di tutti i concorrenti. Non lo è, però, al netto della tecnologia di un secolo dopo, ci assomiglia. Alvaro Bautista, pilota Ducati, fa paura. In tre round del mondiale Superbike, ciascuno composto da gara-1, superpole race e gara-2, ha vinto tre manche a week end, nove in tutto, e il campionato ha preso una piega che, ogni volta, i secondi fanno festa grande come avessero trionfato.

Così, ieri, alla vigilia dell'appuntamento di Assen, la federmoto mondo ha deciso d'intervenire per riequilibrare i valori in pista. Lo prevede il regolamento dopo tre date di gara. Solo che tutto avviene mentre fioccano i veleni degli sconfitti e degli haters tifosi. I dati pubblicati dalla Fim sugli aggiornamenti di potenza parlano chiaro: a partire dalla gara olandese, il limite massimo dei giri/minuto del motore delle Ducati V4 R verrà ridotto di 250 giri (da 16.350 a 16.100), quello della Honda di Rea, mattatore del recente passato e ora uno di quelli che festeggia quando chiude secondo, è stato aumentato di 500. A Binda venne dato da fermo e anticipato un premio pari al vincitore (22mila 500 lire), alla Ducati del povero Bautista un downgrade a norma di tabellario. Problema: le altre Rosse, cronometri alla mano, sono più o meno allineate con il recente passato e le rivali di altra marca. La differenza di prestazioni è dunque e soprattutto merito del fattore umano: Bautista.

Buon pilota di MotoGp emigrato ora in Superbike dove ha scoperto che per lui, allenato dai Marquez, Rossi, Dovi e Lorenzo, i nuovi rivali sembrano birilli da evitare.

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