Quello che Chivu non dice è che, tolto l'attacco, dove le alternative non mancano, la coperta dell'Inter è molto più corta di quanto si creda e di quanto piaccia raccontare. Dumfries non ce la fa, niente derby. Al suo posto, come già nel finale contro la Lazio, quando uscì per la distorsione alla caviglia sinistra, giocherà Carlos Augusto, mancino, che al primo (riserva di Dimarco) e secondo lavoro (riserva di Bastoni) somma così anche il terzo. Un altro Darmian, buono per tutte le stagioni e tanti ruoli, solo che nel frattempo Darmian non c'è più (anni 36 il 2 dicembre) o non c'è ancora, bloccato da due mesi da un polpaccio malandrino, finora 13 minuti in campionato e 14 in Champions League, due scampoli di partita, proprio al posto di Dumfries.
Sulla carta, il sostituto dell'olandese doveva essere un altro brasiliano, Luis Henrique, costato 25 milioni, non esattamente pochi spiccioli come si potrebbe immaginare dal poco (e male) che finora ha giocato. L'ex Marsiglia non è un brocco, solo che c'entra poco o nulla col 3-5-2 ieri di Inzaghi e oggi di Chivu e considerando che fu seguito e preso prima del forzato cambio in panchina, si può già parlare, per lo meno, di acquisto curioso, che lascia perplessi. Diverso sarebbe, sarà, il giorno in cui Chivu cambierà l'Inter e Luis Henrique sarà libero soprattutto di attaccare. Vedremo. Nel frattempo, gioca Carlos Augusto, con gli ovvi scongiuri di Chivu rispetto a nuovi infortuni. Dopo tre anni, l'Inter in estate è tornata a fare davvero mercato. Ha preso Bonny e ripreso Pio, di Luis Henrique abbiamo detto, sulle qualità di Andy Diouf (altri 25 milioni) c'è il mistero più totale. Bene Sucic, benissimo Akanji, che però è stato scambiato con altro titolare.
Col Milan, per dire, l'unico nuovo dovrebbe essere proprio lo svizzero che viene dal City. Insomma, per vincere (non tanto il derby, quanto lo scudetto) l'impressione è che Chivu dovrà essere più bravo di chi gli ha costruito la squadra.