Sport

E Ancelotti: «Pippo si faccia venire delle idee»

E Ancelotti: «Pippo si faccia venire delle idee»

Firenze Ora è nella storia del calcio italiano, almeno per l'ufficialità perché sul campo e in panchina Carletto Ancelotti c'era da tempo, reduce dal trionfo in Champions e al Campionato del Mondo per club, allenatore italiano dal palmares straordinario. Ieri nella sontuosa cornice di Palazzo Vecchio Ancelotti è stato premiato e inserito nella Hall of Fame del calcio italiano. Per la categoria allenatori va a far compagnia a Sacchi (presente in sala), Trapattoni, Capello e Lippi. A sedere davanti a lui anche il ct Conte che è stato suo giocatore. C'è stato anche il tempo per parlare del Milan: «Momento difficile, ma Inzaghi merita tempo… Anche se senza campioni non si vince».

La sintesi di un ragionamento più complesso: «Sento spesso Filippo, ma non mi ha chiesto consigli. Il Milan pensa al suo esonero? Dico solo che più i momenti sono difficili e più un allenatore ha bisogno di tempo per risolvere i problemi. Non è facile comunque senza campioni. Quello che sta passando Inzaghi lo hanno attraversato tutti gli allenatori, Pippo saprà venirne fuori». Ancelotti, però, ha anche stimolato il suo vecchio allievo: «È vero però che serve pure farsi venire delle idee. Vedo Samp, Sassuolo ed Empoli che provano a proporre un certo tipo di calcio».

Il tecnico del Real ha parlato anche di Pogba, talento da 90 milioni… «Un calciatore - ha spiegato Carletto - che potrebbe giocare in qualsiasi squadra, ma a noi del Real Madrid non interessa…». A proposito dei bianconeri: «La Juventus in Italia non ha avversari - ha tagliato corto Ancelotti spegnendo i sogni della Roma -, è la squadra più forte…». Poi ha raccontato dell'esperienza al Pallone d'Oro: «Sono arrivato secondo dopo il ct della nazionale tedesca campione del Mondo: ha vinto meritatamente. Io sono già felice di stare nei primi tre».

Di Cristiano Ronaldo, ancora trionfatore in questa classifica, ha detto: «Ho allenato tanti fuoriclasse in vita mia, ma mai uno che segnasse di media un gol a partita come lui». Poi ha ringraziato Sacchi, il Milan dei tempi storici e la scuola di Coverciano: «Allenando all'estero mi sono arricchito di esperienze, ma credo che il nostro campionato per la fase difensiva sia sempre il migliore. Certo, i grandi investitori sono andati da altre parti, ma ricordiamoci come era messa la Germania dieci anni fa e dove si trova invece adesso…». Ultima battuta: «Alla fine il calcio è uno sport e quindi cerchiamo di divertirci e di prenderci tutti meno sul serio».

Carletto saggio e vincente.

Commenti