E Gattuso riprova a sfatare... la fatal Verona

Il Milan pensa alla Coppa e a evitare altre figuracce. Rino: "Ci giochiamo l'Europa League"

E Gattuso riprova a sfatare... la fatal Verona

Trascinarsi lentamente verso l'ultimo, grande, obiettivo stagionale, con la consapevolezza che un successo contro la Juventus potrebbe trasformare una stagione finora altalenante. Il Milan di Gattuso sfida (ore 18, stadio San Siro) un Verona che tra meno di 24 ore potrebbe essere matematicamente retrocesso in Serie B; agli scaligeri serve una vittoria, mentre per i rossoneri queste ultime tre giornate saranno viatico per cercare di fare proprio il sesto posto. Poca cosa, visto anche la faraonica campagna acquisti estiva. Di mezzo, però, la finale di Coppa Italia di mercoledì contro la Juventus: «Ma prima pensiamo al Verona, la testa non deve andare a quella gara - il monito di Gattuso - ci giochiamo la qualificazione all'Europa League».

La fiducia c'è, soprattutto in vista della sfida contro i bianconeri: «È vero che se vinci una finale gli scenari cambiano - ammette Ringhio - ma non deve passare come normale una sconfitta come quella dell'andata (0-3 per gli scaligeri), sono figuracce. La storia ci dice che con le piccole fatichiamo, ecco perché ci vuole testa e massimo sforzo».

In attacco spazio a Cutrone, rimasto a secco di gol nelle ultime sei gare di campionato: «Possiamo discutere che ci manca il bomber da 20 gol, ma mettiamoci tutti nelle condizioni di capire che magari abbiamo sbagliato, io stesso - prosegue Gattuso, che poi difende le sue scelte e quelle della società sul reparto offensivo - Kalinic i gol li ha sempre fatti, André Silva se lo vendiamo in un'ora trova la squadra e Cutrone è giovane ma ha passione e voglia. Non è solo colpa loro, ma anche di chi gli fa arrivare la palla e chi prepara gli schemi».

Rimane il fatto che, da inizio aprile, i rossoneri hanno segnato solo quattro gol in Serie A (peggio soltanto Verona e Bologna); a far tornare il sorriso a Gattuso un Verona che ha perso le ultime sei partite esterne in campionato, anche se i rossoneri non vincono a San Siro dal 18 marzo. Un'altalena di prestazioni che stanno già muovendo la società in cerca di rinforzi per la prossima stagione: «Servono tre o quattro giocatori. Per alzare l'asticella serve spirito e mentalità, gente abituata a un certo tipo di gare».

Assente Biglia, andrà in panchina Romagnoli; i rossoneri si aggrapperanno ancora una volta a quel Bonaventura richiesto da tante squadre: «Ha un contratto con noi e non ha mai detto di voler andare via», ha tagliato corto Gattuso.

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