E nello snowboard festeggia chi non vola via

C aro diario, oggi un altro risveglio con brutta notizia, il gigante donne è stato rinviato per il vento furioso. Da un lato c'è da essere contenti, sarebbe stato un peccato giocarsi le medaglie olimpiche in condizioni meteorologiche pessime e proprio il gigante femminile nelle ultime tre edizioni dei Giochi non è stato fortunato, perché a Torino si era corso nella tempesta di neve, a Vancouver nella nebbia (si fece la gara addirittura in due giorni) e a Sochi sotto la pioggia. Mancava giusto il vento a completare il poker, ma sarà per un'altra volta, o forse no, speriamo!

È in giornate come queste, quando salta il programma stabilito, che ci si rende conto di quanto ricca e propositiva possa essere un'Olimpiade. Niente sci alpino? Nessun problema, si va alla scoperta di nuove gare, ad esempio il pattinaggio di figura a squadre, che regala all'Italia un altro quarto posto. Peccato, ma contro ragazzine che hanno poco più della metà dei suoi anni Carolina Kostner è stata già eroica a provarci, mentre per gli altri, Mattia Rizzo, il duo della danza Cappellini-Lanotte e quello dell'artistico Marchei-Hotarek è sfumata l'occasione della vita di salire sul podio olimpico.

Dal ghiaccio alla neve, ecco lo snowboard slopestyle, che personalmente trovo poco interessante, tanto più in giornate come quelle di ieri quando, causa vento fortissimo, le atlete con giacche e pantaloni larghissimi scendono pensando solo a non farsi male e al diavolo i salti e le acrobazie.

Alla fine dell'esibizione tutte esultano come se avessero vinto e quando dopo un po' arriva il verdetto della giuria, comunque sia andata ecco una seconda esultanza condita da baci e abbracci: ehi sorella, give me five! Insomma, caro diario di una che ha superato ampiamente la mezza età, avrai capito che lo slopestyle è roba per giovani e va bene che l'Olimpiade strizza l'occhio ai giovani per non restare indietro, ma io credo che i ragazzi a cui piace fare evoluzioni negli snowpark chiamandosi fratelli e sorelle e dandosi il cinque dopo ogni salto non abbiano bisogno delle medaglie per sentirsi bravi.

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