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E ora proteggiamo questa bella gioventù

La festa dell'Italia che guarda al futuro è diventata meravigliosa quando è venuta l'ora degli ostacolisti

E ora proteggiamo questa bella gioventù
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Fra i laghi di Tampere spuntano fiori che lo sport italiano non immaginava di avere, anche se chi lavora nell'atletica italiana sapeva di questo tesoro da proteggere pensando ai Giochi di Los Angeles 2028 e, magari, di Brisbane nel 2032. Agli europei under 20 anche l'ultima giornata ci porta sul tetto dell'Europa e il mago che distribuisce premi scopre il turbo della quindicenne Doualla per portare alla medaglia d'oro la staffetta veloce riveduta e corretta dopo i tormenti delle batterie.

Come a Tokio nell'Olimpiade della pandemia che ci regalò quasi alla stessa ora l'oro sui 100 per Jacobs e quello dell'alto con Tamberi, i nostri campioni al momento più tormentati in vista dei mondiali in Giappone, anche nell'aria fresca finlandese la stessa magia proprio per la staffetta: mentre il triplista Crotti, Cus Pro Patria pure lui come magica Kelly, si prendeva l'oro nella stessa gara dove Erika Saraceni aveva messo in fila la giovane Europa, ecco il bronzo della pesista Nalessi che finiva in lacrime per aver perso l'argento pur con la stessa misura dell'ucraina Snepel. Un brivido che sembrava dare forza alle nostre velociste lanciate bene dalla Pagliarini (1167), quarta per 1 centesimo nei 100 di Kelly, tenute nel sogno dalla Vallensin che con la sua frazione, un 1082 lanciato, dimenticava i dolori della prova individuale, portava l'oro verso la Castellani (1098) ultima principessa nel lago che lasciava alla Doualla il testimone di fuoco per la vittoria con una frazione da sballo, un 1030 lanciato che potrebbe diventare benzina super al prossimo mondiale vero, quello degli adulti, se i genitori e il suo allenatore, come ha detto il presidente Mei, le daranno il permesso.

La festa dell'Italia che guarda al futuro è diventata meravigliosa quando è venuta l'ora degli ostacolisti: oro sui 110 per Matteo Togni, bronzo sui 100 per la sedicenne piemontese Alessia Succo, la stessa medaglia al collo della ottocentista De Noni. Collana di premi davvero inaspettata, anche se al mattino il marciatore Di Sabato prendendo il premio come la collega Serena Di Fabio aveva già suonato la tromba che poi ha guidato tutta la spedizione fino al bronzo delle due staffette sui 400, altra meraviglia. Adesso il faldone dorato andrà nelle mani di una Federazione che pensando al prossimo mondiale dovrà costruire una fortezza per proteggere questa bella gioventù tenendo lontane le grandi tentazioni, tutti quelli che vorranno mettersi in mezzo derubando i talenti agli allenatori e alle società che hanno creduto in questa visione.

Fare i primi passi nel grande sport sembra semplice, ma poi viene il difficile, il bello, ma anche il brutto, come potrebbero spiegare proprio i nostri campioni che forse non potranno andare al mondiale, anche se noi faremo sempre il tifo per Jacobs e Tamberi e per una squadra che il maestro La Torre saprà guidare bene anche questa volta.

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