E la Roma ci crede guardando alla storia

La Lazio nel 2000 e l'impresa sfiorata da Ranieri. Ma Inzaghi: «Aiutiamo la Juve»

E la Roma ci crede guardando alla storia

Marcello Di Dio

Roma Per chi crede che la storia sia ciclica e che la ruota prima o poi offra nuove opportunità, si può riavvolgere il nastro di sette anni fa. Una squadra in vetta e in corsa per il triplete, un'altra che rincorre, per altro già fuori dall'Europa e senza altri pensieri. Lì dove c'era l'Inter, oggi c'è la Juve. E la Roma sempre dietro a sperare. I giallorossi di Ranieri fecero 15 punti in 5 gare, compreso lo scontro diretto vinto, e tra la 28ª e la 33ª giornata salirono dal -6 al +1 sui nerazzurri. Salvo poi frenare sul più bello.

L'impresa della Roma di Spalletti sembra un filino più complicata: bene che vada il derby odierno, De Rossi e compagni andranno a sei punti di distacco con 4 gare da disputare. Compresa la sfida diretta all'Olimpico il 14 maggio, da giocare però con un gap il più ridotto possibile. Di sicuro, la stracittadina con la Lazio è lo spartiacque per capire se continuare la rincorsa o guardarsi le spalle dal Napoli per la seconda piazza. E curioso che un altro modello a cui ispirarsi sia proprio la rivale storica: la Lazio nel 2000 riuscì a recuperare alla Juve 5 punti nelle ultime 3 giornate dopo aver vinto il derby e lo scontro diretto.

L'illusione giallorossa inizia oggi, nella fornace dello stadio della Capitale (si gioca alle 12.30, orario che non piace nè a Spalletti nè a Inzaghi, 800 gli steward e 1500 gli agenti schierati) e con 45mila spettatori di cui almeno almeno l'80 per cento di fede romanista. Di fronte la Lazio che dai derby più importanti della stagione, quelli di Coppa Italia, è uscita vincitrice e qualificata alla finale. Ne resta un altro, che per Simone Inzaghi può voler dire incrementare il vantaggio sull'Atalanta. «Leggo di una Lazio serena e rilassata, ma l'Europa non è stata ancora centrata - ammonisce il tecnico biancoceleste -: abbiamo davanti partite complicate, la prima contro una Roma sicuramente favorita. Vorremmo aiutare la Juventus a vincere lo scudetto per giocare due finali, ma sappiamo cosa voglia dire un derby, dovremo ribaltare i pronostici come fatto in quelli di Tim Cup». Inzaghi, in odore di rinnovo, si affiderà alla verve realizzativa di Immobile e alla duttilità tattica di Milinkovic-Savic (entrambi a caccia del terzo gol di fila in un derby) e dovrebbe preferire Keita a Felipe Anderson.

«Non è ancora finita per il titolo», la vocina interna che sussurra tra le stanze di Trigoria. Con una proiezione monstre di 90 punti in caso di percorso senza inciampi. Spalletti preferisce il profilo basso: «Abbiamo la chiave per il secondo posto, ora arriviamo in fondo perché è l'unica soluzione giusta: abbiamo tutte le possibilità per poter aprire quella porta che ci darebbe l'accesso al paradiso. Non lasceremo nulla di intentato, ma arrivare dietro ad un club che lotta per la vittoria della Champions vorrebbe dire aver raccolto un grandissimo risultato per cui andrebbero fatti i complimenti ai calciatori».

Il recuperato De Rossi vivrà il suo 27° derby, Totti - Spalletti permettendo - vorrebbe chiudere a 45. La Roma ha vinto gli ultimi 4 di campionato dove non perde la stracittadina dal 2012. Ma le statistiche in queste gare servono poco...

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